Category Archives: Letteratura

Quell’ultimo ponte di Cornelius Ryan

Cronaca degli eventi relativi all’operazione “Market-Garden” (Mercato dei Fiori).

L’invasione dei Paesi Bassi condotta dagli Alleati, a partire dal 17 Settembre 1944, con il più grande dispiegamento di truppe aviotrasportate della storia, raccontata da tutti i protagonisti attraverso una ricostruzione cronologica dei fatti che diventa via via sempre più avvincente.

Market-Garden è una storia nella storia: essa va inquadrata nel contesto degli scontri che gli Alleati sostennero immediatamente dopo lo sbarco in Normandia (dello stesso Autore “Il giorno più lungo” trasposto in un celebre film) e dello sfascio che colpì le armate tedesche in rotta verso i confini germanici.

Gli Alleati, a loro volta stremati da un inseguimento combattente lungo oltre 600 km e protrattosi per tre mesi, non approfittarono totalmente della possibilità di braccare le truppe tedesche fin dentro i confini del Reich, terminando la loro rincorsa con la conquista di Anversa e del suo porto.

Dei giorni che precedono l’avvio di Market-Garden vengono riportate tutte le voci e le testimonianze, dal Maresciallo Montgomery al Comandante in Capo Eisenhower per la parte Alleata e del Feldmaresciallo Von Runsted e dei Generali Model, Bittrich, Student ed Harzer per quella tedesca.

L’iniziativa aveva come obiettivo la conquista dei canali che, attraverso la campagna olandese, conducono oltre il Reno e quindi, dritto nel cuore economico della Germania: la Ruhr.

L’operazione si conclude però tragicamente ad Arnhem, dove i parà inglesi, dopo una resistenza di otto giorni contro i due previsti dal piano originale, devono soccombere alle truppe tedesche che si sono prodigate in una disperata difesa dei loro confini.

Gli storici concordano che in Normandia il numero dei caduti Alleati, nei giorni e lungo tutto il teatro operativo dello sbarco, si sia aggirato sulle 12.000 unità.

Durante l’operazione Market-Garden i caduti Alleati furono circa 18.000 sui 35.000 paracadutisti americani, inglesi e polacchi che presero parte alle operazioni belliche.

Le conseguenze più amare della sconfitta furono pagate, durante l’inverno successivo, dalla popolazione civile olandese che subì grandissime rappresaglie.

Il libro termina con una citazione del Principe Bernardo d’Olanda, all’epoca poco più che ventenne, che recita: “Il mio Paese non potrà pagarsi mai più il lusso di una vittoria di Montgomery”.

Dracula di Bram Stoker

Nel corso degli anni ho dedicato molto tempo alla lettura di romanzi, di novelle o anche solo di riviste ma mi mancava l’esperienza obbligata per chi come me ama leggere, ama il romanzo gotico, ama il mistero: mi mancava la lettura del Dracula di Bram Stoker.

Il protagonista del libro è Vlad Tepes l’Impalatore, principe Valacco che difendeva la fede cristiana dagli invasori turchi con metodi alquanto cruenti e singolari, in un’epoca di grandi battaglie come quella medioevale.

Il principe, dopo la morte della moglie, disperato rinnega la sue fede e diventa Dracula, il vampiro immortale. Secoli dopo, nella Londra di fine 800 conosce Mina Harker e inizia la caccia.

Bram Stoker decide di raccontare la storia del vampiro sotto forma di diari personali delle sue vittime e dei suoi cacciatori, sotto forma di ritagli di giornale o di lettere dalle quali viene etichettato, con occhi inquisitori, come il male più assoluto che si può sconfiggere solo con una profonda fede e un grande amore.

Un aspetto importante dell’opera è l’erotismo: il Conte è estremamente seducente e nel romanzo sia Lucy che Mina, le vittime del vampiro e coloro che con il loro amore permettono la caccia al vampiro, non riescono a resistere all’influsso del Conte. Dracula è estremamente sexy: egli succhia il sangue delle sue vittime attraverso il collo, ha un profondo contatto fisico con esse, il suo abbraccio così enfatizzato e mortale ha un che di passionale e morboso.

Dracula è certamente un romanzo ben scritto, un romanzo uscito fuori dalla mente di un geniale scrittore che ha avuto come pregio principale quello di riuscire a dar voce alle paure di ogni uomo. Quello che rende originale il Dracula di Bram Stoker è proprio questo: ogni uomo ha paura, paura soprattutto di quello che non conosce, del diverso, del soprannaturale, paura anche di tutto ciò che viene etichettato come immorale da chi la società la vive in modo estremo e perbenista ma che su ogni uomo fa presa esercitando un’inconscia “seduzione”, proprio come Dracula faceva con le sue vittime. Paure non propinabili ad una società che fa di tutto per essere positiva e ottimista.

Pasquale Errico

Marcovaldo di Italo Calvino

Il primo fu Marcovaldo. Era il 1984 e io frequentavo la prima media. In quegli anni scossi dalla tragedia di Seveso, nei prati le siringhe spuntavano come fiori e i torrenti di tanto in tanto si coloravano di rosso. Regnavano le discariche a cielo aperto e qualcuno trovava normale buttare giù per una riva una lavatrice, un frigo, calcinacci, water, ecc. Nessuno faceva jogging per strada.

Fu in quel clima che lessi Marcovaldo e quel libro si fissò per sempre nella mia mente e influenzò il mio modo di essere. Marcovaldo è un personaggio bellissimo, tragi-comico e malinconico che può sedere tranquillamente con Totò e Charlot. Un Don Chisciotte per cui i mulini a vento sono il cemento e l’asfalto che mangiano gli alberi.

Marcovaldo, Italo Calvino, 1963.

Montag

Raymond Chandler – Biografia

Raymond Chandler è conosciuto soprattutto per essere stato il creatore del celeberrimo investigatore privato Philip Marlowe, reso immortale da capolavori quali Il grande sonno, Addio mia amata, Finestra sul vuoto, Il lungo addio.
Insieme a Dashiell Hammet, Raymond Chandler può essere considerato uno dei padri fondatori del cosiddetto genere “hard boiled”, ovvero il “noir” tipicamente “made in USA”.

La sua scrittura ironica, corrosiva nel sarcasmo esplosivo che la anima, è un punto di arrivo per molti autori contemporanei. Attraverso gli occhi del suo “private-eye”, egli mette per la prima volta in scena il lato più oscuro della violenza, addentrandosi nella psicologia criminale con una visione cinica, a tratti spietata, spingendo spesso il suo Marlowe ai limiti degli stessi ideali di giustizia, pur di raggiungere i propri scopi.

Come ci dice lo stesso Marlowe:

« Assumere un privato non è la stessa cosa che assumere un uomo delle pulizie, mostrargli otto finestre e dirgli: “Lavale e tanti saluti”. Voi non sapete cosa sono costretto a fare in superficie o in profondità per adempiere all’incarico che mi avete dato. Io lo adempio come posso. Faccio del mio meglio per tutelarvi e può darsi che infranga qualche regolamento, ma sempre ed esclusivamente a vostro favore. Il cliente ha sempre tutti i diritti, a meno che non si riveli un furfante. Ma, anche in questo caso, tutto quel che posso fare è rinunciare al mio incarico e tener la bocca chiusa. » (cit. da “Il grande sonno” (1939) pp. 189-190)

Ma andiamo con ordine.

Raymond Chandler nasce nel 1888 a Chicago (Illinois).
Dopo gli studi in Inghilterra, torna in USA e si stabilisce in California. Inizia a lavorare nel campo petrolifero, ma nel 1933 collabora con la rivista “Blask Mask” che aveva lanciato il genere poliziesco d’azione. Nel 1939 pubblica il suo primo romanzo che ha per protagonista l’investigatore privato Philip Marlowe, Il grande sonno. Nel 1943 firma un contratto con la Paramount e comincia a lavorare per il cinema come sceneggiatore. Intanto la salute, minata dall’alcol, si deteriora e, un anno dopo la morte della moglie avvenuta nel 1954, Chandler tenta il suicidio. Iniziano i soggiorni in cliniche private per disintossicarsi.
Raymond Chandler muore nel 1959.

Ringraziando Oreste del Buono per aver fatto conoscere Raymond Chandler anche al pubblico italiano, e per le brevi note biografiche sopra citate, con la prossima puntata inizieremo a conoscere Philip Marlowe proprio dal primo romanzo: Il grande sonno.

Bibliografia, relativa ai soli romanzi dedicati a Philip Marlowe:
The Big Sleep (Knopf, 1939)
trad. Il grande sonno (Mondadori, 1948)
Farewell, My Lovely (Knopf, 1940)
trad. Addio mia amata (Bompiani, 1953)
The High Window (Knopf, 1942)
trad. Finestra sul vuoto (Mondadori, 1963)
The Lady in the Lake (Knopf, 1943)
trad. In fondo al lago (Mondadori, 1947)
The Little Sister (Houghton Mifflin, 1949)
trad. Troppo tardi (Mondadori, 1950)
The Simple Art of Murder (Houghton Mifflin, 1950)
trad. La semplice arte del delitto (Feltrinelli, 1962)
The Long Goodbye (Houghton Mifflin, 1953)
trad. Il lungo addio (Bompiani, 1958)
Playback (Houghton Mifflin, 1958)
trad. Ancora una notte (Longanesi, 1959)
Poodle Springs (incompleto, 1959; “Raymond Chandler Speaking”, Hamish Hamilton, 1962)
trad. Poodle Springs Story (“Tutto Marlowe investigatore, vol.2”, Mondadori 1971)
Nota: i titoli tradotti si riferiscono alle prime edizioni, e possono differire dalle successive (ad esempio The Lady in the Lake in La signora nel lago, oppure The Little Sister in La sorellina).

Arrivederci alla prossima puntata.

Nicola Boschetti