Apostoloff, di Sibylle Lewitscharoff

Per anni non abbiamo più parlato con lui, per anni ci ha oppresso…E quasi più nulla di lui. Neanche un teschio. La materia umana in cui osava muoversi per il mondo consiste ormai solo di briciole sparse. Giusto, sorella – un mucchietto di granelli di teschio surgelati e sparpagliati – e briciole di gambe, più o meno la quantità adatta a riempire un vasetto da conserva. Apostoloff , titolo dell’omonimo romanzo della tedesca Sibylle Lewitscharoff suona quasi come un cognome di alto lignaggio. E invece si tratta di Rumen, che a dispetto del nome spregia la Romania e che ha il compito di accompagnare due sorelle diverse come il giorno e la notte (in apparenza) ad una commemorazione funebre e al disbrigo di praitiche legate all’eredita del padre Kristo (“che corona di ferro di significati pesa su un nome di croce come questo…”). Anche il nome Apostoloff sembra quello di un portatore di una “novella” (di un evangelo inteso come – buon ?- annuncio), dei nostri tempi. Infatti in un viaggio a ritroso nel passato della famiglia, guardandosi intorno apparentemente senza emozioni, le due in realtà frantumano con poetica e aggressiva lucidità ogni dettaglio di…

Visita il link:
Apostoloff, di Sibylle Lewitscharoff

Articoli correlati:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.