La collezionista di storie, di Randa Jarrar

La protagonista di La collezionista di storie, Nidali (che significa ‘lotta, battaglia’) vi piacerà. Vi piacerà sua madre, bellissima donna egiziana in perenne lite con suo padre (palestinese), a cui non risparmia quotidiane parolacce e insulti (a parole, purtroppo, perchè lui ha la mano pesante) spuntandola, molte volte. Il primo litigio furioso della coppia – che da Boston si trasferisce in Kuwait – sarà quando il padre metterà il suo nome a Nidali: lei avrebbe voluto che fosse più un nome che significasse ‘gioia’, piuttosto che evocare guerra. La madre che intraprenderà una bella battaglia per avere un pianoforte e passare la giornata a suonarlo. Addio pasti preparati come ogni buona donna araba dovrebbe fare: in casa sua si camperà di tramezzini. Quella per il piano è infatti una passione esclusiva, per cui la donna al mattino non vede l’ora che anche i due amati figli, Nidali e il fratello Gamal, si tolgano dai piedi. Nidali cresce intelligente e indipendente, grazie alla personalità della madre e soprattutto al grandissimo incoraggiamento del padre perchè studi. L’uomo era infatti nato dopo 6 figlie femmine e il modello delle sorelle – amatissime da lui – infelici perchè sposate prematuramente e non istruite è l’ultima cosa che augurerebbe alla sua propria figlia. E’ lui il primo a vedere per lei una carriera di scrittrice. “Ti piacciono le parole?” “Alcune si e alcune no”, risponde lei. Ed è questa la prova, secondo lui, di quello che sarà il suo destino di studi. Nidali che non sa cosa rispondere quando le chiedono quale sia la cosa più importante che deve conservare per sopravvivere, nella vita. Il padre le dirà “la dignità”, la madre “il senso dell’umorismo”. E poi arrivano i bombardamenti in Kuwait, a cui la famiglia resiste a lungo, fino alla inevitabile decisione di andare via, ad Alessandria d’Egitto. Qui la famiglia vivrà momenti difficili: il padre resterà disoccupato a lungo, le…

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La collezionista di storie, di Randa Jarrar

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