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Passione chick lit: Le brave ragazze combinano guai, di Polly Williams

Allora: è chiaro che non posso resistere a non leggere un’autrice consigliata nientepopodimenoche da Sophie Kinsella . Quindi, Polly Williams, sei mia. In particolare, non sono rimasta delusa da questo “Le brave ragazze combinano guai” (ma lei ha scritto anche “Tacchi a spillo e vita bassa” e “Baby o non baby”, fra gli altri. Lettori maschi non inorridite please). Mi è piaciuto perchè contiene proprio l’ingrediente che mi fa amare questi romanzi, ovvero il caos totale che domina la vita della protagonista, Annie. Anni infatti si ritrova a fare i conti con vari tipi di crisi (tutte contemporanee, va da sé) ovvero quella del suo ragazzo Nick, Pr che si licenzia dal lavoro perchè vuole fare il dj e sembra diventato allergico al sesso; quella (economica) dei suoi genitori, che si ritrovano con una pensione da niente dopo anni di lavoro, a causa di investimenti sbagliati; quella della bellissima sorella Georgia, che sta per sposarsi con un uomo ricco ma perennemente in crisi per cui lei ha rinunciato al lavoro. E così a Annie tocca sgobbare sempre di più per mantenere il suo posto di vicedirettore nella rivista dove lavora facendo i conti con una direttrice nullafacente e con ambiziose colleghe taglia 40 stupite che possa aver fatto carriera con la sua 44. Annie è testarda, competente sul lavoro, la ‘roccia’ della sua famiglia e del suo ragazzo (al quale ormai è ridotta a passare la paghetta) e ha la liberatoria sensazione di essere felice solo quando finalmente può rientrare in ufficio. Di certo non quando le tocca partecipare a pranzi in famiglia e sorbirsi gli exploit di insoddisfazione del padre nei confronti del modo in cui gestisce la sua vita conmutuoacarico. E se proprio a suo padre capita un infarto, poi, quando gli tocca mettere in vendita la bellissima casa di famiglia fuori città, le cose si complicano ulteriormente. Nel frattempo, proprio sul lavoro entra in scena un nuovo dirigente apparentemente arrogante e dall’aria taurina che sembra volerla mettere …

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Baby Doll, di Sharon Carter Rogers. Quando il fantasy si fa allegoria

Baby Doll , di Sharon Carter Rogers , è un thriller soprannaturale per adulti, con caratteristiche un po’ particolari. L’aver vinto l’International Book Award for Religious Fiction 2010 è sicuramente una di queste… D’altronde, Sharon Carter Rogers è lo pseudonimo usato da un’autrice/autore misteriosa/o per scrivere romanzi che potremmo definire christian thriller e che sono stati molto apprezzati dalla critica americana: Sinner , Unpretty e Drift ( Baby Doll ). «I am cold. I am not angel, nor am I demon. I am not a ghost… I am a Drifter, something God created in …

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Ripescaggi: Il Caos, di Pier Paolo Pasolini

In realtà è un caso che, giusto un paio di giorni fa, a poche ora dall’anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini ( di cui abbiamo parlato qui ), mi sia capitato tra le mani, mentre scandagliavo nella mia disordinata libreria alla ricerca di un libro scomparso, Il Caos, vale a dire la raccolta dei pezzi che PPP ha pubblicato sulle pagine della rivista Tempo tra il 1968 e il 1970. Si tratta di articoli, commenti all’attualità, discorsi sull’arte, sul cinema e sulla letteratura, che, come spesso fanno le prose giornalistiche di Pasolini, colpiscono duro e che hanno spesso come minimo comune denominatore la “violenza contro la borghesia”, come dice lo stesso Pasolini nel suo primo intervento – del 6 agosto 1968 – utilizzato a mo’ di introduzione. Dallo scambio epistolare con Leone, a quell’epoca presidente del consiglio (ve lo immaginate ora Berlusconi che risponde a Moresco?), alla presa di posizione durante il Festival di Venezia – in piena “contestazione” – al rapporto tra intelletualità e televisione, dal caso Panagulis fino alla strage di Piazza Fontana, in queste rubriche settimanali Pasolini non risparmia niente e nessuno, e soprattutto, non si risparmia, spesso si apre al lettore svelando una straordinaria tenerezza, altre volte si sfoga – gli articoli dulla vicenda di Teorema per esempio, pellicola in quel periodo sequestrata e vietata. Il Caos, insomma, rappresenta quello che abbiamo perso, vale a dire una classe intellettuale conscia del proprio ruolo, capace di interpretare la realtà e di non semplificarla e banalizzarla, uomini come Pasolini, insomma, che una volta potevano scrivere i loro articoli su testate di prim’ordine – finanche al Corriere della Sera – e che oggi, se ancora ne esistono, sono ostracizzati dalle posizioni che contano, relegati spesso ai margini della vita sociale, senza la possibilità di parlare al proprio pubblico elettivo, alla gente. E un intellettuale staccato dalla realtà, non vale niente. Ripescaggi: Il

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Ruby scriverà un libro, sarà un best seller. Tutto normale?

Ho capito il metodo per farmi pubblicare un libro: macchè pagarlo di tasca mia. Basta riuscire ad arrivare alla ribalta della cronaca, e scommetteteci che in meno di una settimana rimedio un contratto con un’editore anch’io (devo solo trovare il modo per conquistarmi la mia notorietà). Ok, lo spunto lo avete intuito: Ruby – Karima El Mahroug – la ragazza neodiciottenne marocchina conoscente di Berlusconi (quale sia la natura della loro conoscenza è ancora in via di accertamento), non vuole parlare, dice che ’spiegherà tutta la sua verità’ in un libro. Glielo avranno suggerito gli editori stessi, ovviamente, per non bruciarsi le novità che la Nostra rivelerà in volume. La domanda la faccio però a tutti noi: è normale questo? E’ normale che – da parte dell’editore – si colga il rischio di pubblicare libri sulle ‘verità’ di persone alla ribalta della cronaca (non sto parlando solo di Ruby, ovviamente, di esempi ce ne sono tantissimi, e non solo in Italia, credo)? Il libro avrà successo, di sicuro. Quindi è normale. La domanda infatti è un’altra E’ normale che – e sto parlando di noi lettori – italiani che magari neanche leggono un libro l’anno decidano di comprare libri di protagonisti del genere di cui sopra, invece di dedicare le loro energie mentali (le loro scarse energie mentali, direi) a letteratura vera, a saggi seri (e interessanti, a leggerli) su qualsivoglia argomento? No no ma è tutto normale. E intanto l’editoria italiana è sempre più in crisi. Tranne nelle grandi catene, per carità, (dove i libri di cui sopra saranno di sicuro in bella vista per quel mese o due che

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