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Ludwig di David Albahari

Si viene assorbiti totalmente dalle pagine di Ludwig , testo di David Albahari, scrittore serbo tra i più apprezzati, edito recentemente da Zandonai . Il soliloquio dell’anonimo protagonista si basa tutto sul confronto-scontro tra lui e Ludwig, scrittore di best-seller ormai senza più idee ma sempre venerato da molti. La penna di Albahari riesce a vergare pagine intense in cui esplode tutta la solitudine e la rabbia del narratore per il suo ruolo subalterno nei confronti di Ludwig, narratore che, quasi come ultimo sberleffo, non ha nemmeno un nome, lui che è più bravo di Ludwig a scrivere ma che non ha mai avuto il suo successo: “La tazza del gabinetto è la misura massima della solitudine che può cogliere all’improvviso una persone. Non c’è nulla di più solitario e doloroso del chinarsi sulla tazza del water e confrontarsi con la placida superficie dell’acqua sul fondo, soprattutto quando per la terza volta in breve tempo lo stomaco si sforza di espellere qualcosa, pur non avendo più niente dentro. Questo è ciò che fa Ludwig; se non può prendervi niente, vi prenderà quel niente, semplice”. Durante la lettura è utile, a mio avviso, invertire il punto di vista: leggere quanto dice la voce narrante, ma provare a vedere la

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Una giornata sbagliata per l’informazione online

La giornata di ieri, per l’informazione italiana, è stata una giornata sbagliata; e non lo è stata soltanto perché ha visto consumarsi un vero e proprio atto di censura della libertà di espressione – chi non ne fosse informato può trovare da queste parti ( Piovono Rane , Sul Romanzo e Punto Informatico ) tutte le informazioni relative al caso – ma soprattutto perché quest’azione censoria ad opera di Google si è svolta nell’indifferenza generale. Ma ricapitoliamo brevemente: qualche mese Morgan Palmas aveva pubblicato sul sito Sul Romanzo un post che denunciava un presunto plagio, da parte di una professoressa – Miriam Turrini – dell’Università di Sassari, della tesi di Maria Antonietta Pinna, di cui la Turrini fu correlatrice . Le reazioni degli interessati alla pubblicazione di questo post non si sono fatte attendere e, tra i commenti all’intervista rilasciata dalla Pinna a Palmas, si possono trovare alcune tra le peggiori dimostrazioni di insolenza e di arroganza da parte del professor Brizzi, relatore della tesi di Maria Antonietta Pinna. Ma il nocciolo del problema non sta certo nella bassezza dei commenti del prof. Brizzi, né nelle denunce incrociate che la Pinna e la Turrini si sono scambiate – una per plagio, l’altra per diffamazione – queste sono cose che capitano ogni giorno in Italia. E purtroppo non sta neppure in quello che è successo ieri al sito di Morgan Palmas, la censura dei post in questione (in particolare questo , non più raggiungibile), perpetrata con una leggerezza e un’agilità spaventose da Google. Il vero nocciolo del problema, almeno a mio parere, è, da una parte, l’assoluta indifferenza che ha circondato questa spiacevole pagina della storia informatica del nostro paese, e, dall’altra, l’altrettanto assoluta precarietà delle basi su cui ogni giorno appoggiamo le nostre chiappe virtuali, basi su cui oltre alle chiappe poggiamo quotidianamente la nostra illusione di libertà – di informazione, di espressione, di critica – ma basi che in fondo sono solide e sicure come la banchisa antartica all’epoca del riscaldamento globale. E …

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Anteprima Booksblog. Come diventare italiani in 24 ore, di Laila Wadia

Immaginate di avere 24 ore per apprendere le fondamentali abitudini e i tipici modi di fare dell’italiano medio. Ogni ora sarebbe dedicata ad apprendere qualche dettaglio del nostro carattere nazionale, e a fine giornata il miracolo sarebbe compiuto: avreste raggiungo il vostro QI (quoziente di italianità) ideale, senza sentirvi più ’stranieri’. Da questa simpatica idea parte il libro di Laila Wadia, indiana, che racconta come sarebbe essenziale ad esempio scegliersi un altro nome, se se ne ha uno difficile (”preparati per delle fantasiose storpiature o scegliti un soprannome”) oppure “ ricordarsi che mentre gli altri paesi hanno le barzellette l’Italia ha la politica”, e che è essenziale imparare a fare la coda (non una semplice fila, ma una sorta di ‘ring’). Bisogna poi imparare a gesticolare e ad essere prolissi quando si danno indicazioni stradali, e a sognare, perchè: Gli italiani sognano forse più degli altri, ed è questo l’elisir del paese. I poveri sognano di vincere la lotteria, i ragazzi un lavoro fisso, i vecchi di arrivare fino alla fine del mese con la pensione sociale…ma tutti sognano di…

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Questioni bibliografiche: una “h” in più nel prossimo libro di Ratzinger

Piccolo giallo bibliografico per il secondo volume su Gesù di papa Benedetto XVI. Alla Fiera del Libro di Francoforte, infatti, la Libreria Editrice Vaticana ha mostrato la copertina del secondo volume della trilogia di Ratzinger su Gesù. Come ricorderete il primo volume è stato pubblicato in Italia da Rizzoli nel 2007 con il titolo Gesù di Nazaret ; il secondo volume ora – stando alla copertina mostrata – ha una h finale e diventa Gesù di Nazaret h . In italiano entrambe le versioni sono corrette e nelle Scritture troviamo sia Nazaret che Nazareth . In tedesco – lingua in cui il libro è stato scritto – c’è solo la versione con l’acca finale. Non è nella norma cambiare titolo di una serie in corso d’opera e, se dovesse essere confermata la versione Nazareth sarà un bel cruccio per quanti si occupano di catalogazione dei libri e per quanti dovranno citarlo. Mai come in questo caso il detto “Non vali un’acca” è falso… Foto | 12porte Questioni bibliografiche: una “h” in più nel prossimo libro di Ratzinger