Poesie d’amore: La tessitrice, di Giovanni Pascoli

Vi è mai capitato di pensare a qualche amore dei “vecchi” tempi? Come starà ora quella ragazza che tanto vi faceva battere il cuore? E quel ragazzo che vi faceva arrossire anche al solo guardarlo? Gli amori di gioventù, i ricordi dei primi baci… Giovanni Pascoli, di cui quest’anno ricorre il centenario della morte , nella poesia La tessitrice ci racconta di una vecchia fiamma che lavorava al telaio. Quanti anni sono passati da quegli amori? Cosa farà ora la bella tessitrice? La risposta sarà amara. La tessitrice Mi son seduto su la panchetta come una volta… quanti anni fa? Ella, come una volta, s’è stretta su la panchetta. E non il suono d’una parola; solo un sorriso tutta pietà. La bianca mano lascia la spola. Piango, e le dico: Come ho potuto, dolce mio bene, partir da te? Piange, e mi dice d’un cenno muto: Come hai potuto? Con un sospiro quindi la cassa tira del muto pettine a sé. Muta la spola passa e ripassa. Piango, e le chiedo: Perché non suona dunque l’arguto pettine più? Ella mi fissa timida e buona: Perché non suona? E piange, e piange – Mio dolce amore non t’hanno detto? Non lo sai tu? Io non son viva che nel tuo cuore. Morta! Sì, morta! Se tesso, tesso per te soltanto; come, non so; in questa tela, sotto il cipresso, accanto alfine ti dormirò. – Foto | Nick.Allen – ken2754@Yokohama Poesie d'amore: La tessitrice, di Giovanni Pascoli

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