Riviste letterarie. L’Accalappiacani: un collage delle lettere dei lettori, un ritratto dell’Italia

I tg effettuano spesso collegamenti in diretta da postazioni volanti per la strada. Nonostante gli sforzi di «stringere» l’immagine sui corrispondenti, una folla saltella alle loro spalle ridendo, chiamando la mamma al telefonino, facendo ciao con la manina. Possibile che la Rai non riesca a trovare luoghi più adatti, se proprio deve trasmettere all’aperto? Domenico G., Napoli Basta. Certe riviste letterarie sono proprio ‘avanti’. Come l’ Accalappiacani , che già avevamo segnalato tempo fa. Un settemestrale edito da DeriveApprodi che parla di ‘letteratura comparata al nulla’. Nell’ultimo numero, cosa ci vado a trovare? Un collage di lettere di lettori apparse nel 2009 sulle più disparate testate italiane. Il ritaglio del

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Radiazione, di Stefano Jorio

Radiazione , romanzo d’ersordio di Stefano Jorio, appena uscito per minimum fax, nell’attuale panorama della letteratura è un libro insolito perché riesce a combinare una trama, che allude al thriller con qualche tinta noir, a una buona qualità della scrittura. La trama è semplice e complessa allo stesso tempo: il protagonista della storia è un trentenne che ha vinto il concorso a un ministero – senza raccomandazione, aggiungiamo, in un luogo dove la raccomandazione è quasi d’obbligo – e si ritrova a lavorare in uno strano ufficio situato in un sottoscala (di kafkiana memoria): il SOpA, che sta per servizio opere d’arte. La sua vita potrebbe andare avanti con una certa tranquillità, se non fosse per l’inquietudine che si porta dietro, che nella storia, a mio modo di vedere, si traduce con un moderno vagabondaggio: è vero che ha un lavoro al ministero, ma è vero pure che lo stipendio è quello che è, e a Roma gli affitti sono quello che sono; può permettersi, insomma, solo di affittare stanze o, al limite, farsi ospitare su un divano. Potrebbe andare avanti così, senza sobbalzi, senza sorprese, se non fosse perseguitato dall’amore perduto per Wiebke e, soprattutto, se non lavorasse dove lavora. Il SOpA, e lo scoprirà presto, non è altro che un covo di pazzi, dove interessi personali vanno a braccetto con uno strano (ma per niente insolito) connubio tra politica e religione, ovvero il Vaticano. La situazione comincia a prendere una brutta piega appena si viene a sapere che è sparito un’opera del futurista Funi (e non sarà l’unica, naturalmente), un’opera che doveva …

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Tatuaje, di Ana Alonso e Javier Pelegrin. Spagna, amore e oscura magia. Fanucci Editore

Tatuaje , di Ana Alonso e Javier Pelegrin , è il primo volume di una trilogia spagnola urban fantasy diretta a un pubblico adolescente. Dei due autori è da poco giunto in Italia anche La torre e l’isola , libro di avvio de La chiave del tempo , un ciclo d’impostazione fantascientifica destinato ai lettori più giovani. Il tatuaggio sulla schiena (soprattutto quello della copertina precedentemente diffusa, qui ), richiama subito alla mente la Phédre di Jacqueline Carey, splendida eroina di una delle saghe fantasy per adulti più innovative e intense degli ultimi anni ( qui ); ma il “disegno” di Tatuaje nulla ha a che vedere con la marque del mondo alternativo e rinascimentaleggiante creato dalla scrittrice francese. Il tatuaggio, per i due autori spagnoli ha, infatti, ben altri significati. E tutti piuttosto inquietanti… (come spesso accade, a questa forma d’arte, nel fantasy di tutte le latitudini; un libro fra tutti, Ink Exchange , dell’americana Melissa Marr, il volume, forse, più cupo della saga Wicked Lovely sin qui pubblicata). Tatuaje , romanzo dalla trama articolata e originale, ci racconta la storia di Alex , un sedicenne che vive una difficile situazione familiare (il padre è morto suicida) ed è innamorato della misteriosa Jana da molto tempo. La ragazza, anche lei orfana, vive col fratello David. I due hanno una strana attività: realizzano tatuaggi. Ma non si tratta di disegni normali. Ciò che tatuano sulla pelle della gente possiede poteri magici, in grado di impattare fortemente sulla realtà. Jana e David, infatti, fanno parte di uno dei clan Medu, creature dell’oscurità , spesso in lotta tra loro che, da sempre, vivono in mezzo agli uomini, portando segretamente avanti le loro attività e le loro manovre. Alex, a una festa col suo miglior amico Erik, vede la ragazza dei suoi sogni e, un…

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Il profumo dei libri cartacei e quello degli eBook

Una delle affermazioni che spesso vengono utilizzate dai “detrattori” degli eBook è che nulla potrà sostituire l’ odore del libro cartaceo. Sarà che mi sembra una scusa buttata a caso, sarà che da anni frequento le tipografie e di odore non c’è traccia (e invece onnipresenza nuance di inchiostri, acidi, colle, plastiche oltre al rumore delle macchine), sarà che se si entra in una libreria appena aperta quello che si percepisce non è un odore buono, ma cattivo, mi chiedo: ma veramente si vuole addurre “il profumo” come motivazione per non leggere gli eBook? Per quel che mi riguarda concordo in pieno con quanto ha scritto Andrea Beggi sul suo FriendFeed : L’odore della plastica, la sensazione unica che dona il touch screen quando lo sfogli con le dita, la trepidazione e il leggero senso di ansia per la batteria che sta finendo, che ti fanno apprezzare ancora di più ciò che stai leggendo. Sono un sentimentale: questi libri di carta non hanno un futuro, secondo me. Non so a voi, ma quando leggo un libro l’ultimo mio pensiero va al suo profumo: potrebbe anche odorare di buono, ma

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