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Parole di Lulù. Un libro di parole e immagini per la figlia di Niccolò Fabi

Vicino a Roma c’e’ una campagna che sembra un paradiso, e c’era una giornata di sole caldo e anche quando e’ calata la notte c’era la temperatura che invita a vivere, a stare all’aria, ad abbracciarsi, perfino a ballare. C’ero anche io li’ quel giorno, esattamente nel punto in cui l’assurdo coincide con l’impegno e la vita non ha ragione di proseguire ma chiede e impone di proseguire . 30.08.2010 – Immagini e parole di Lulù . Esce oggi in libreria per i tipi Kowalski, con questo titolo…

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Giornata mondiale della Libertà di stampa, vent’anni dopo la Dichiarazione di Windhoek

Oggi è il 3 maggio 2011 , ventesimo World Press Freedom Day : è la giornata mondiale della libertà di stampa. Perché si festeggia proprio oggi? Perché risale al 3 maggio 1991 la Dichiarazione di Windhoek – la trovate sul sito Unesco – una carta destinata a delineare il futuro degli stati africani in tema di libertà di stampa. A leggerla cosa ci troviamo? Troviamo molti punti ancora attuali: se pensate che tutto ciò fu pensato per l’Africa del 1991, un continente a pezzi forse ancora più di quanto lo è oggi, fa un discreto effetto notare come alcuni dei punti del manifesto siano perfettamente applicabili anche all’Italia del 2011, e non solo. Naturalmente nella Dichiarazione di Windhoek manca qualcosa senza cui non leggereste questo post: internet. Le libertà digitali, le infinite possibilità che la rete offre alla libertà di espressione e di stampa erano chiaramente impensabili vent’anni fa in Europa, figuriamoci in Africa: proviamo ad approfondire dopo il salto. Il primo punto riprende la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: sostiene che la presenza di una stampa libera, indipendente e pluralistica sia essenziale allo sviluppo e al mantenimento della democrazia di una nazione – oltre che allo sviluppo economico. Il secondo punto spiega cosa si intenda per stampa libera: una stampa indipendente da controllo governativo, politico, economico. Ecco: già a questo punto, qualche riflessione sull’Italia del 2011 inizierei a farla. Ma è al terzo punto della Dichiarazione che si descrive un Paese che conosciamo abbastanza bene: quello in cui viviamo. Traduco “per stampa pluralistica, intendiamo la fine dei monopoli di ogni tipo, e l’affermazione del maggior numero possibile di quotidiani, magazine, e periodici che riflettano il raggio più ampio possibile di opinioni della comunità”. Ecco: sentire “fine dei monopoli” e pensare al sistema televisivo italiano… Fa pensare un po’. …

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Sulla migrazione, sul presente e sul futuro dell’Europa: un’intervista a Antoine Audouard, autore de L’Arabo

Qualche giorno fa abbiamo parlato di un bel libro uscito recentemente per i tipi di Isbn , un libro, potente come un pugno nello stomaco, intitolato l’Arabo , scritto dal francese Antoine Audouard. Un libro che dipinge con estrema crudezza e senza fare sconti le difficoltà della nostra società, minacciata dal razzismo e dalla xenofobia. Per inoltrarci un po’ di più in questo fangoso ma attualissimo argomento, abbiamo intervistato per voi l’autore. Da dove deriva il personaggio di Mamine? E possibile che questa donna vile, chiusa in se stessa fino alla xenofobia, possa rappresentare il presente che sta vivendo l’Europa? Il personaggio di Mamine è all’origine di tutto il libro: la voce di una donna, che somigliava a quella di una vicina, in un paesino che…

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Cristo con il fucile in spalla, di Ryszard Kapuscinski

Sono passati quattro anni dalla morte di Ryszard Kapuscinski , avvenuta il 23 gennaio del 2007, e ancora continuano a uscire libri postumi. Ma a differenza dell’ultimo e deludente Nel turbine della storia , pubblicato nel 2009 da Feltrinelli – brutta operazione editoriale che smembrava e ricomponeva interviste concesse dal reporter polacco negli ultimi 50 anni, quest’ultimo Cristo con il fucile in spalla è un ottima chicca. Scritto oltre trent’anni fa, nel 1975, ma tradotto solo ora in Italia dalla solita e brava Vera Verdiani, questo volume raccoglie alcuni dei più intensi e bei reportage che il grande reporter polacco scrisse, a cavallo tra gli anni Sessanta e i primi anni Settanta, parlando delle rivoluzioni in Africa, America Latina e Medio Oriente. Come tutti i libri di questo grande maestro dell’arte del giornalismo, anche questo sarebbe da ascrivere alla lista – invero sempre più corta – dei libri che tutti i giornalisti e gli aspiranti tali dovrebbero leggere, per fare in modo che che l’arte del giornalismo non soccomba negli anni a venire, colpita a morte dall’arte, molto meno nobile della prima, di riscrivere comunicati stampa e di trasformare la professione del reporter in una scienza delle merendine. Ryszard Kapuscinski Cristo con il fucile in spalla Feltrinelli euro 15,00 Cristo con il fucile in spalla, di Ryszard Kapuscinski