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Michel Houellebecq prima scomparso poi ritrovato, un disguido mette in ansia i lettori

Lo scrittore francese Michel Houellebecq è scomparso . E’ questa la voce che gira negli ultimi minuti sul web in seguito ad un annuncio pubblicato dagli organizzatori di un tour letterario tra Olanda e Belgio che si svolge in questi giorni, tra il 12 e il 15 settembre, a Amsterdam, L’Aja e Bruxelles. Il mancato arrivo dello scrittore francese, autore de La carta e il territorio, ha scatenato l’ansia tra tutti, anche perché né il suo editore, Flammarion, né i suoi collaboratori sanno dove sia finito. «Meglio non seminare il panico – ha detto Piet Joostens, che organizza il ciclo di letture – Non siamo ancora sicuri che si tratti di una persona scomparsa. Certo siamo preoccupati. E’ già successo che non rispondesse alle e-mail ma è raro che non si presenti a un incontro con il suo pubblico». Preoccupazioni inutili o no? Nelle prossime ore vi terremo aggiornati. Aggiornamento ore 14.00: Flammarion ha diffuso un messaggio per tranquillizzare i lettori Houellebecq sarebbe a casa sua, tranquillo e paciarotto. Tanta ansia per nulla, dunque. Foto | Wakeupnews Michel Houellebecq prima scomparso poi ritrovato, un disguido mette in ansia i lettori

Io non ci volevo venire qui, di Angelo Orlando Meloni

Diciamocelo sinceramente. Chi nel proprio intimo non ha mai desiderato di fare l’artista? O meglio quanti di noi, una o più volte nella vita, non hanno avvertito il sacro slancio che confonde le pratiche quotidiane con l’atto creativo di qualcosa che rimarrà nel ricordo dei posteri. Perché “…l’arte ti vuole con sè e alle vocazioni si deve rispondere, non puoi nasconderti dietro un dito, anche perché ti sporcheresti”. Il talento artistico non ha bisogno dell’approvazione della fama per potersi esprimere. Esiste nella testa dell’aspirante scrittore, musicista, pittore, cabarettista, attore. E’ questa la contraddizione che Angelo Orlando Meloni indaga, ironicamente, tra citazioni pop, divagazioni musicali ed episodi al limite dell’inverosimile. La bellezza di questo romanzo di (de)formazione sta proprio nell’oscillazione tra formazione popolare e aspirazioni artistiche, più o meno convinte. Nella tensione tra quel che “avrei voluto essere” e l’accettazione della realtà. La narrazione sarcastica e frizzante dà il meglio di sé nella prima parte del romanzo-autobiografia dove la pretesa letteraria si libera delle costrizioni narrative e lascia il posto a episodi e situazioni divertenti. E sono diverse le circostanze in cui chiunque potrebbe rileggersi. “Chi ammetterebbe di aver passato più tempo al Museo del sesso di Amsterdam che in quello di Van

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Io non ci volevo venire qui, di Angelo Orlando Meloni