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Ebook vs editori?

La notizia è di quelle che fa riflettere: Amazon ha firmato un accordo biennale con l’agenzia letteraria Wylie per la distribuzione esclusiva sul Kindle di libri importanti come Territori Londinesi di Martin Amis, Finzioni di Borges e di autori quali Philip Roth, Orhan Pamuk, John Updike, Salman Rushdie e altri. In pratica Andrew Wylie (agente letterario soprannominato “lo sciacallo”) ha bellamente scavalcato gli editori ed è diventato unico intermediario tra autore e negozio (seppur virtuale), creando una sorta di editrice a cavallo tra l’agenzia letteraria e Amazon (dal nome evocativo Odyssey Editions ), che in un solo giorno ha avuto fama mondiale a costo zero. Chapeau . La questione di fondo, secondo Wylie, è che le case editrici, a fronte di costi di stoccaggio e distribuzione quasi nulli, godono di royalty molto alte. Come dice Tom’s Hardware , “le regole del gioco vanno riscritte, o forse rielaborate in chiave digitale per la prima volta”. L’accordo è significativo per diversi motivi: il sempre più costante avanzamento del self publishing (che, come dice Mike Shatzkin, è un fenomeno “ sempre più ubiquo e rispettabile; se questo non è già il peggior incubo degli editori, dovrebbe diventarlo ”), il concetto di eBook che non rimane un qualcosa di secondario rispetto al cartaceo, ma ha una propria fisionomia; un rapporto diretto tra scrittore e pubblico, senza l’intermediazione della casa editrice (con tutti i pro e i contro di questo aspetto: chi garantisce che un testo pubblicato è valido?); l’importanza del contenuto dell’eBook e dell’eReader, al di là dell’estetica e delle mille cose (spesso inutili) che gli aggeggi elettronici fanno; infine, la necessaria risposta ad un quesito sempre più impellente: qual è il lavoro di un editore? Dice Giuseppe Granieri su La Stampa : “La prima battaglia si combatte sul piano culturale, quello che accredita e amplia il mercato in…

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Ebook vs editori?

Paolo Conte Il maestro è nell’anima, di Paolo Giovanazzi

Un libro per gli appassionati del grande cantautore. Ripercorre tutta la carriera dell’avvocato torinese, dalla musica come hobby al successo, arrivato dopo tanta fatica. Per i semi profani, come me, che lo apprezzano, ma non ne conoscono le varie sfaccettature è stata una lettura godibile. Soprattutto per quel che riguarda gli aneddoti sul mitico Club Tenco , in cui gravitavano musicisti come De André , Guccini e Vecchioni, per fare qualche nome. Grazie alle interviste inedite allo stesso Paolo Conte e a coloro che gli sono stati vicino, Giovanazzi riesce a ricostruire la figura del cantautore: riservato, piuttosto schivo, riluttante, all’inizio, a interpretare le sue canzoni: lui è un avvocato che si diverte a fare il paroliere. Riesce difficile immaginarlo, oggi, mentre cerca di “piazzare” delle canzoni

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Paolo Conte Il maestro è nell’anima, di Paolo Giovanazzi

La “Bugia d’amore” di Lorenzo Laporta

L’atmosfera è quella quasi banale di una ragazzetta romana che vive la sua vita da 17enne: amori, liceo, famiglia. Ma c’è qualcosa di diverso. Chiara, questo il nome della ragazza, scruta nel profondo della propria vita e di quella degli altri, cercando risposte, ponendo domande. Non le basta accettare di vivere quel che viene, vuole imparare a vivere e farlo appieno. Attorno a lei due genitori traditi e traditori che sapranno riscoprire l’amore dopo le bugie, una sorella bulimica che smette di parlare, forse per quel coraggio che le manca nel cambiare la sua stessa vita, fino a quando non ritrova la “scintilla”. E poi gli amori, gli amici, la scuola. E quella bugia, l’unica vera e giusta, detta solo per amore. Non sto parlando di un film. Nemmeno della storia della mia vicina di casa. Anche se potrebbe essere entrambe le cose. Perché “Bugia d’Amore” di Lorenzo Laporta (Aliberti Editore) è uno spaccato di vita raccontato in un libro leggero ma intenso, dalla narrazione cinematografica, con immagini nitide e personaggi completi. Senza mai strafare, senza cadere nella minaccia di un “moccismo” adolescenziale e tentatore, il romanzo young-adult del giovane scrittore tarantino sorprende e conquista, facendosi letteralmente “divorare” nella lettura in un solo pomeriggio. La narrazione è agile, seppur costellata di momenti di elevato slancio letterario, il linguaggio è curato ma mai esagerato, la punteggiatura perfetta, le scene – ed il cambio di scena – curato come l’autore fosse in realtà un regista. La storia, apparentemente “una delle tante” diviene simbolo di quella modernità di cui non bisogna avere paura, di quei tempi moderni in cui i giovani sanno indagare la realtà oltre la superficie, riuscendo a scavarla nel fondo, a metabolizzarla, ad affrontarla. Il filo conduttore di tutta la …

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La "Bugia d’amore" di Lorenzo Laporta

Passione libri: l’antennina interiore dei lettori Doc

Ok ragazzi. Questo vuol essere un post a cuore aperto, per la serie ‘Passione libri’, perchè riguarda persone che non fanno più parte della nostra vita, di libri che ci ricordano qualcuno a cui abbiamo voluto bene, di ‘consigli di lettura’ che non abbiamo mai dimenticato. Da anni. Perchè se ami i libri è così: non appena qualcuno di parla, anche di sfuggita, di un testo che lo ha appassionato, ti si drizza una sorta di ‘antennina’ interiore, e quelle parole (il titolo del

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Passione libri: l’antennina interiore dei lettori Doc