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Harry Potter e co. I libri più temuti d’America

I libri (come i film e le persone) in grado di suscitare un grande amore hanno in sé il potenziale per scatenare un altrettanto grande odio. E’ il caso della saga di Harry Potter che ha affascinato e “stregato” milioni di fan, come testimonia anche l’ultimo post sull’argomento qui su Booksblog . Accanto infatti a tanti ammiratori pare che negli Stati Uniti non passi giorno in cui qualcuno chieda il ritiro dal mercato librario delle avventure del maghetto. Il partito dei censori, che molti credevano estinto in Occidente con la fine dei totalitarismi, è vivo e vegeto e non si fa scrupoli a inserire nella lista nera anche autori del calibro di Steinbeck, Salinger e Mark Twain. Le motivazioni sono a dir poco deboli: Holden sarebbe troppo scurrile, Huckleberry Finn troppo intraprendente, Uomini e topi troppo rivoluzionario. E’ per questo che l’American Library Association ha lanciato la “Settimana dei libri banditi” avvalendosi di autorevoli sostenitori come il New York Times che ha sottolineato i rischi per la libertà di espressione. Le contraddizioni della grande America continuano a sorprendere e pare che all’ombra del grande sogno di libertà si aggiri ancora lo spettro del proibizionismo. Via | La Repubblica Foto | Flickr Harry

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I soliti noti: i nuovi best seller di autori di successo

Allora, curiosiamo un po’ fra gli scaffali alla ricerca di libri da leggere. Qua ve ne consiglio qualcuno per ‘andare sul sicuro’, ovvero titoli di autori di libri di successo (ma di qualità, a mio dire) che hanno ‘prodotto’ nuove creature da sottoporre alla nostra attenzione. Parto da un mio mito personale, Joseph O’ Connor (fratello della mia adorata Sinead) che ho amato soprattutto per Il rappresentante, e che ci propone “Una canzone che ti strappa il cuore”, storia di una attrice decaduta che ricorda adolescenza e ribellioni nella Dublino del suo passato. Esce poi per Longanesi “L’uomo caduto dal tetto del mondo” di Ian Pears. Si tratta dell’autore del bellissimo “La quarta verità”, storia di quattro punti di vista su un delitto avvenuto nella Oxford del ‘600. Qui invece siamo nella Londra di inizio ‘900, e si parla della misteriosa caduta da una finestra di un industriale inglese con una vita piena di beghe da nascondere. Torna poi la brava Claudia De Lillo con “Nonsolodue” dopo il suo “Nonsolomamma”, entrambi editi da Tea. La famiglia dei suoi ‘nanetti’ sta per arricchirsi di una new entry, e questo non farà che aumentare il tasso di stress della sua vita ‘tarata’ dal marito part time. Dopo il best seller La lettrice…

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A cosa servono gli editori?

Ovvero, a cosa serviranno, se si imponesse il successo dell’autopubblicazione di libri (è già successo negli Usa con tanti ‘casi editoriali’) arrivati in cima alle classifiche senza più bisogno della mediazione degli editori? Se lo chiede nell’editoriale del Libraio Stefano Mauri (la Mauri Spagnol, per la cronaca, riunisce molti editori, acquistati in questi anni dal gruppo). “Chi si considera un semplice produttore di libri, quando leggeremo in un altro modo sparirà, come sono scomparsi i produttori di carrozze all’inizio del secolo scorso quando sono nate le ‘carrozze a motore’. Chi si considera un tramite tra l’intelligente lavoro degli autori e i lettori saprà utilizzare a suo vantaggio le nuovo tecnologie – sia per diffondere i contenuti che per approvvigiornarsi – e sopravvivrà, come chi costruiva mezzi su ruote” Non c’è nulla da eccepire. Probabilmente l’editore è davvero destinato a non essere più l’unico ‘tramite’ fra lettore e autore (vedi appunto in Usa i tanti scrittori che si autopubblicano servendosi solo di agenti letterari) perchè il pubblico avrà nuove ‘vetrine’ dove scegliere i suoi libri. Queste ‘vetrine’ (un esempio per tutti Lulu.com) non costituiscono ad oggi una alternativa più forte rispetto a quelle tradizionali (la selezione editoriale, appunto, o le librerie – fisiche e on line). Ma in futuro, chissà. Il fatto è capire i motivi per cui la mediazione editoriale deve sopravvivere, e i modi in cui ovviamente deve cambiare, per sopravvivere. Mauri ci regala la sua definizione dei compiti dell’editore: “Gli editori incontrano un testo scritto da uno sconosciuto. Ne capiscono per primi il valore. Investono risorse, intelligenza, creatività e denaro per trasformare quel progetto in qualcosa di vero e necessario. Sostengono l’autore anche umanamente, perchè credono…

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L’impossibile vita dei librai secondo Giulio Mozzi

Giulio Mozzi è un mio piccolo mito. L’ho anche incontrato, una volta, a casa di un’amica, e mi è sembrata una persona disponibile e molto poco spocchiosa. Quindi sono anche io fra gli appassionati lettori di Vibrisse, di cui vi segnalo un gustosissimo pezzo sulla figura del consulente editoriale, del critico, del libraio e del lettore. Ve lo segnalo – a voi, amati lettori Doc – perchè Mozzi compie il piccolo miracolo di farci capire con pochissime battute come ‘gira’ il mondo dell’editoria. Non vi svelo tutto (leggetelo dai!) ma riprendo solo un piccolo spunto, sul mestiere del libraio: Bella vita quella del libraio, che con un semplice (ed economico) programma per la gestione del magazzino può individuare al volo i libri che non girano, e rispedirli al mittente, conservando così in libreria solo ciò che effettivamente si vende. L’unica cosa da non fare è: avere un’opinione sul prodotto, ovvero leggere i libri, tenere in libreria libri che non vendono perché ritenuti belli, non tenere libri che vendono perché ritenuti brutti. Mi chiedo: ma allora non esistono più librai che hanno “un’opinione sul prodotto, leggono i libri, tengono in libreria libri che non vendono perché ritenuti belli, non tenere libri che vendono perché ritenuti brutti”? Ce ne sono ancora che seguono questo modo ‘anti-economico’ di gestire la propria attività? Se qualcuno di loro ci leggesse, che batta un colpo. Daremo spazio alla sua testimonianza. Foto | Flickr L’impossibile vita dei librai secondo Giulio Mozzi