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Trasmissioni dedicate ai libri. Al via Cultbook su Rai Tre

Mi piace molto segnalare l’idea dietro CultBook, trasmissione di Rai Educational in onda su Rai3 (ogni giovedi alle 00.40) che vuole far rivivere i libri di cui parla servendosi di un mix multimediale di musica, immagini di repertorio tratti da Teche Rai, e accostando fra loro titoli e personaggi in corti circuiti culturali originali. Al bando classifiche letterarie o segnalazione dei soliti best seller (scritti dai soliti noti), il programma già nel titolo trasmette l’idea che il libro, lungi da essere creatura immobile nei secoli, può diventare un “cult” come una canzone passata alla storia o un bel film. Le

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Trasmissioni dedicate ai libri. Al via Cultbook su Rai Tre

Leggere poesia, di Erminia Ardissino

“Quando trovo/in questo mio silenzio/una parola/scavata è nella mia vita/come un abisso” (Ungaretti) E’ una bella sfida riuscire ad appassionare un bambino alla poesia . Le poesie si imparano a memoria, si declamano ancora, certo. Ma come far sì che parlino ancora, con i loro ritmi e la loro forma rarefatta, nell’era della multimedialità e della comunicazione istantanea, sociale, frammentata e continua? La sfida la coglie a la supera bene Erminia Ardissino nel volume Leggere Poesia , che si compone di 50 proposte didattiche per la scuola primaria (Erickson), che è un piacere leggere anche per chi ama questo genere letterario ed è in cerca di strumenti di conoscenza adatti alle sue letture. Innanzitutto: cos’è la poesia? Poesia è ritmo, allitterazione, è gioco: così anche i più piccoli possono deliziarsi con una lirica di Caproni dedicata alla mamma Annina, il Meriggiare di di Montale o La fontana Malata di Palazzeschi. Si gioca bene con le poesie, perchè in fondo proprio la poesia è prossima anche alle sue forme più semplici, a rime, filastrocche, cantilene, con metrica e musicalità proprie e serve a esercitare facoltà di linguaggio fondamentali. Per gli adulti, rimane il fatto che la definizione di “poesia” rimanga la domanda più difficile, a cui molti poeti hanno cercato di rispondere. “…poeta- colui che distilla/un senso soprendente da ordinari/significati, essenze così immense/da specie familiari”, scriveva Emily Dickinson. Il poeta che “finge in modo così vero/che finge che è dolore/il dolere che sente davvero”, scriveva Pessoa. Perchè la poesia non vuole semplicemente “comunicare” o “esprimere” concetti o sensazioni ma “cerca la sua parola in funzione di leggi di armonia, di ritmo, di evocazioni, di plurivalenza semantica, che fanno della parola poetica la più alta, la più scelta delle espressioni di una lingua”. Erminia Ardissino (a cura di) Leggere poesia Erickson 19 euro Leggere poesia, di Erminia Ardissino

Divi della musica morti (o forse no). Sta nascendo un nuovo genere letterario?

A volte ritornano. Ma, attenzione, per una volta non parliamo di zombie, bensì di quei personaggi così radicati nell’immaginario collettivo che, anche dopo la notizia “conclamata” della loro morte, per così dire ufficiale, continuano a essere ritenuti vivi da milioni di fan in tutto il mondo. Il fenomeno riguarda soprattutto il mondo della musica: Elvis Presley e Michael Jackson, per citare due esempi tra i più celebri. Fiumi di inchiostro scorrono su questi fenomeni (come anche sull’altro fenomeno parallelo: quello del musicista morto e rimpiazzato, vedasi Paul McCartney). Di queste storie pullula il web, ma ora stanno diventando parte anche della letteratura. Agli inizi di quest’anno la Valter Casini ha pubblicato il romanzo Nessun futuro di Luigi Milani . Nel libro l’autore immagina che Kurt Cobain non sia morto suicida l’8 aprile 1994, ma continui a vivere da

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Intervista Federico Moccia: “Mi piacerebbe lanciare un’idea simile a quella dei lucchetti”

L’ultimo suo libro è L’uomo che non voleva amare (Rizzoli) e racconta di un uomo, Tancredi, ricchissimo e molto affascinante, ma incapace di amare per via di una ferita che si porta dentro. L’incontro con una donna – Sofia –, il colpo di fulmine, la musica malinconica del pianoforte che accompagna tutta la storia rendono questo libro di Moccia diverso dagli altri finora pubblicati. Si parla di uomini adulti e non più di ragazzini: questo ci ha dato lo spunto per porre la prima domanda a Federico Moccia, che incontriamo durante la presentazione di questo suo romanzo sulla nave Splendour of the Seas di Royal Caribbean. Come costruisce psicologicamente un personaggio? Prendendo spunto da quello che vedo anche negli incontri, immaginando che l’aspetto di una donna o di un uomo che mi ascoltano – o che stanno facendo altre cose come te o altri – catturano la mia attenzione per delle caratteristiche fisiche, una fisionomia che magari mi rimane impressa. Su questi dati scavo e indago, mi costruisco un personaggio e, successivamente, ci lavoro a lungo, anche se poi non ci sono nel libro. Si tratta di elementi che mi servono per conoscere di più il personaggio stesso. Più ci lavoro, più mi aiuta mentre scrivo perché viene fuori un carattere perfettamente definito che si muove e risponde per conto suo, quasi fosse …

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Intervista Federico Moccia: “Mi piacerebbe lanciare un’idea simile a quella dei lucchetti”