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Letto in vacanza: Sharon e mia suocera di Suad Amiry

Leggendo il sottotitolo – “Se questa è vita” – e conoscendo l’argomento di questo romanzo della scrittrice palestinese Suad Amiry si potrebbe pensare che il libro in questione non sia adatto ad una lettura estiva, per definizione più lasciva e rilassata di quella invernale e probabilmente meno propensa alla pesantezza. Ma basta iniziare a leggere le prime pagine – un dialogo assurdo e grottesco tra Suad e un ufficiale frontaliero israeliano – di Sharon e mia suocera per capire che non è affatto così, perché se è vero che il background delle vicende di Suad e della sua famiglia, intrappolate a Ramallah durante i giorni del coprifuoco israeliano nel 2002, è quello della tragedia del popolo palestinese, è altrettanto vero che Suad Amiry riesce a donare al suo racconto un alone di umorismo grottesco che strappa spesso il sorriso. Ed è questa la forza del libro, la leggerezza di calviniana memoria che permette alle parole di superare le tragedie con l’umorismo, con il riso. Un riso che però, pur cercando di tenere a distanza la collera per le terribili ingiustizie di cui Suad – e il lettore con lei – è testimone, non riesce a disinnescare completamente l’ascesa di un sentimento misto di incredulità e di rabbia verso le assurde politiche del governo israeliano. Suad Amiry Sharon e mia suocera. Se questa è vita. Feltrinelli euro 8,50 Letto in vacanza: Sharon e mia suocera di Suad Amiry

Letto in vacanza: Diario di un cazzeggiatore, di Samuel Benchetrit

Cosa fare se tra i tanti talenti vi è toccato quello di attirare i pazzi e, soprattutto, i lamentosi? La risposta che si dà Roman Stern, che di questa dote è fortemente provvisto, è la “ Società delle Lamentele “, vale a dire un surrogato di uno studio di psicoterapia dove, però, l’ascoltatore professionista non è tenuto a fornire alcun consiglio, ma solo a dare l’impressione di prestare, appunto, ascolto. Roman vive a Parigi, si nutre di bistecca allo scalogno, ha una zia ricca e alcolizzata da cui eredita un barboncino, un vicino di casa, Pigeon, a cui fa la spesa. La sua vita gli scorre davanti come un treno mentre lui sembra fermo sulla banchina a fare “ciao ciao” con la manina. Non prova alcuna ansia, non pensa di perdere tempo, o forse sì, ma per lui non è un problema. In una società in cui per essere all’altezza devi correre e arrancare, il protagonista preferisce tirarsi fuori e rimanere su un livello medio, né triste, né felice.

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Letto in vacanza: Diario di un cazzeggiatore, di Samuel Benchetrit

La parrucchiera di Kabul, di Deborah Rodriguez

E’ un personaggio che mi piacerebbe davvero conoscere, la protagonista di La parrucchiera di Kabul. Ed in effetti lei, Deborah Rodriguez, esiste davvero. Abbigliamento e colore di capelli vistoso, trucco eccessivo, di carattere ma emotiva, dice lei. L’autrice racconta una piccola ‘rivoluzione’ condotta in Afghanistan, dove arrivò per la prima volta insieme a dei volontari di un’associazione: saputo che era parrucchiera in America, tutti gli stranieri residenti a Kabul le chiesero di poter usufruire dei suoi tagli e dei suoi trattamenti. A Kabul infatti c’è un solo parrucchiere, fatiscente e con le vetrine rotte: allestire un salone non è affatto facile, sempre con lo spauracchio delle accuse di essere in realtà ‘covi’ di prostitute, e quindi facile bersaglio delle ire dei talebani. A loro i negozi di parrucchieri non piaccionoperchè lì le donne

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La parrucchiera di Kabul, di Deborah Rodriguez

Racconto su niente di Jonathan Littell

. E’ veramente un racconto su niente, quello che la casa editrice Nottetempo ha appena pubblicato (43 pagine, 3 euro), eppure a volte affascina. Ha la leggerezza del sogno, ma allo stesso tempo ne conserva uno dei peggiori attributi, l’inconsistenza che a volte ci prende al risveglio. Ma andiamo con ordine. Il racconto di cui vi stiamo parlando è scritto da Jonathan Littell , autore molto apprezzato per il suo romanzo “Le benevole”. Littell è uno scrittore americano, con una storia alle spalle di quelle che, personalmente, mi affascina. Ha trascorso la sua infanzia in Francia, ha studiato a Yale, ha vissuto con una Ong i conflitti balcanici, attualmente vive a Barcellona. Non ho mai letto “ Le benevole ” (romanzo sulla seconda guerra mondiale), ma è un libro che mi attira per l’ampiezza e i temi. E’ uno di quei romanzi “in aspettativa”, e sarà per questo che ho letto il “ Racconto su niente ” con molta aspettativa. Ma cos’è questo racconto? Difficile dirlo. E’ una sorta di sogno, come preannunciato. Il protagonista è un personaggio volubile

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Racconto su niente di Jonathan Littell