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Un bacio, di Ivan Cotroneo

Anche se probabilmente non avete idea di chi sia, sappiate che un uomo di nome Ivan Cotroneo si trova praticamente ovunque: dentro le parole dei film che avete visto ieri e oggi, dietro ai personaggi delle serie tv, persino qualche volta dietro alla macchina da presa. Ultimamente lo avete trovato su Raidue con l’innovativo format Una mamma imperfetta , ma Cotroneo , solo per citarne qualcuno, è stato anche sceneggiatore di In principio erano le mutande di Anna Negri, Dillo con parole mie di Daniele Lucchetti, Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek, mentre per la televisione ha fatto parte del team di autori de L’ottavo nano di Serena Dandini e Corrado

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Un bacio, di Ivan Cotroneo

Un piccolo omaggio a Giulio Einaudi, editore

Uno struzzo in campo ovale con un chiodo in bocca e una scritta: Spiritus durissima coquit, ovvero lo spirito digerisce le cose più dure. A questo piccolo stemma cinquecentesco, che avrebbe potuto benissimo fungere da stemma di casata nobiliare, il caso ha voluto affibbiare un compito molto più grato, quello di rappresentare una grandissima impresa culturale, forse una delle più importanti dell’Italia novecentesca, l’Einaudi. L’uomo che scelse quel simbolo – che in realtà “acquisì” dalla rivista La Cultura di Mario Praz – si chiamava Giulio Einaudi e oggi, 2 gennaio 2012, avrebbe compiuto un secolo tondo tondo. Su Twitter quest’oggi sono tantissimi i fedeli einaudiani che gli stando offrendo il proprio tributo: una citazione, una dichiarazione di stima e di affetto, persino qualche parola di rimpianto per i tempi che furono. È innegabile, infatti, che ripensando a Giulio Einaudi e agli anni d’oro del suo gioiello editoriale si ripensa a uno scenario intellettuale che rispetto ai nostri giorni pare un olimpo: Pavese, Vittorini, Ginzburg, Calvino e moltissimi altri. Insomma, la crema di una classe intellettuale che molti ormai dichiarano estinta. Ma è proprio vero? Io credo di no, esattamente come sono convinto che il miglior modo di fare arrivare a Giulio Einaudi i nostri auguri sia portare avanti con forza questa convinzione. È vero, l’Italia ha passato gli ultimi vent’anni a dormire, con la testa sotto la sabbia come gli struzzi. Ma questo non significa che la cosa debba continuare a piacerci. È arrivato il momento di riemergere, di tirar fuori la testa dalla sabbia e l’inizio di un anno come il 2012 – magnete per profezie millenariste

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