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L’amore che non sente mai freddo in una poesia di E. E. Cummings

Possono gli amanti preoccuparsi del freddo invernale? Loro non sentono freddo perché i cuori ardono e i corpi divampano nella fiamma dell’amore e della passione. Irrazionale è l’amore e, forse per questo, è sempre bello e giovane, a qualunque età. Di tale irrazionalità istintiva è pervasa la poesia Più d’ogni cosa nel cielo del poeta-romanziere statunitense Edward Estlin Cummings (1894-1963), che era solito firmarsi e. e. cummings . Un’ottima poesia per la domenica per riscaldarsi i cuori, anche (soprattutto?), in assenza dell’amore. Più d’ogni cosa nel cielo ti amo tanto (mio bel tesoro) più di chiunque sulla terra e mi piaci di più d’ogni cosa nel cielo – sole e canti ti fanno festa se vieni anche se l’inverno è ovunque con tanto silenzio e tanto buio niuno riesce a indovinare (solo la mia vita) la vera stagione – e se ciò che si chiama mondo avesse la fortuna di udire quei canti (o di scorgere quel sole che s’alza altissimo nel cuore di qualcuno più che lieto ogni volta che sei più vicino) tutti certo crederebbero (tesoro mio bello) soltanto nell’amore L'amore che non sente mai freddo in una poesia di E. E. Cummings

Le stelle cadenti in una poesia di Mario Quintana

Nottata magica quella del 10 agosto per le stelle cadenti che esaudiscono i desideri. Gli studiosi ci fanno sapere che lo sciame di stelle cadenti non rispetta il calendario, ma, come si dice, al cuore non si comanda! Molte sono le poesie dedicate a questa giornata: celeberrima quella di Giovanni Pascoli dal titolo X agosto . Noi vi proponiamo una poesia che viene dall’altra parte del mondo: è del poeta brasiliano Mario Quintana . A dire il vero non è una poesia specifica per il 10 agosto ma è dedicata alle stelle cadenti: il poeta descrive cos’ha provato il suo cuore nel vedere per la prima volta una stella che cadeva. Le stelle Si sono aperte poco a poco le stelle… di perle bel campo in fiore! Tanto alto il Cielo! Potessi andarle a cogliere… chiederei a una se mi vuoi bene. Stelle alte! Di che si preoccupano? Tanto distanti sono… tanto lontano da questo mondo… tremula banda di candele distanti ancorate nell’azzurro del cielo profondo… Il mio cuore però si è quasi fermato, volavano là le mie speranze quando una di quelle stelline, Dio la guidi!, dal cielo è precipitata… Certo era l’amore che mi volevi che

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Le stelle cadenti in una poesia di Mario Quintana

Oggi è domenica, una poesia di Nazim Hikmet

Un momento di pura vita e consapevolezza di sé, nel sole: ecco la prima domenica fuori di prigione di Nazim Hikmet , una delle voci più importanti della letteratura turca, di cui quest’anno celebriamo il cinquantesimo anniversario della morte . In quel ritaglio di libertà della vita di cui ci parla Nazim Hikmet – che era chiamato anche il rivoluzionario romantico – solo poco può importare, visto il corpo riprende con prepotenza le sue priorità dopo la lunga costrizione: la terra, il sole e me. Oggi è domenica. Per la prima volta mi hanno portato al sole oggi. E per la prima volta nella mia vita sono rimasto esterrefatto che il cielo sia così lontano e così blu e così vasto che sono rimasto senza muovermi. Poi mi sono seduto sul suolo e con rispettosa devozione appoggiato al muro bianco. Chi se ne frega le onde dove anelo a rotolare o dei conflitti o della libertà o mia moglie in questo momento. La terra, il sole e me … Mi sento felice e tanto E a noi, cosa serve per realizzare finalmente quanto sia vasto il cielo? Foto | Paulo Brandão via photopin cc

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Oggi è domenica, una poesia di Nazim Hikmet

Buona estate con una poesia di Vittorio Bodini

E alla fine la tanto agognata estate 2013 è arrivata. Quest’anno sembrava non volesse saperne di giungere e possiamo dire, giusto così per fare un omaggio ai luoghi comuni, che non ci sono più le mezze stagioni. Siamo passati, infatti, dall’inverno all’estate: della primavera in questo 2013 non c’è stata traccia. Noi di Booksblog vi auguriamo una serena estate, fatta di relax e di grandi scorpacciate di libri. Vi invitiamo a salutare la nuova stagione che oggi inizia con una poesia Vittorio Bodini (1914-1970) tratta dalla raccolta Dopo la luna (1956). Estate. I grandi piatti di conserva sulle terrazze e il fumo che dai camini nella luce s’invetria. Ritrovano le cose nel sonno umano il silenzio ch’è la loro forma. Rivive così la vuota carcassa d’un grillo in una morte o delicata speranza. Le formiche avanzano. Brilla il coperchio come un re, d’una scatola di latta. E si ode il fiato sottile delle costellazioni, quello dei santi nelle campane di vetro sui freddi marmi dei comò. Arcieri nelle grotte saettano tori e amori senza labbra, occhi dalle palpebre lievemente arrossate da un’intima congiuntivite. Via | GM Foto | h.koppdelaney via photopin cc Buona estate con una poesia di Vittorio Bodini