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Invasione di italiani e fuga di Canari!

pag27_20141207_105724-300x126Da Tenerife, in diretta dall’Oceano Atlantico!

Il numero di persone originarie di Santa Cruz che risiedono fuori dalla Spagna è aumentato di oltre il 75% negli ultimi sei anni, e oggi oltre 31.000 chicharreros vivono all’estero. In un solo anno il numero di persone registrate nel comune che sono andate a vivere fuori della Spagna è aumentato di quasi il 7%. Solo lo scorso anno, un totale di 14.107 persone ha lasciato le Canarie per destinazioni all’estero. La maggior parte delle persone di Santa Cruz che hanno lasciato il paese negli ultimi anni sono giovani che devono affrontare un futuro occupazionale incerto sulle isole a causa della crisi, e vista la diffusa disoccupazione e un mercato del lavoro sempre più precario han visto nell’espatrio l’unica possibilità di successo.  Un ragazzo dopo sei anni di lavoro come amministrativo è stato licenziato e si è ritrovato a lavorare come aiutante di cucina. Poi ha capito che a Londra, per lo stesso lavoro, era pagato più del doppio e oltretutto aveva l’opportunità di imparare l’inglese. Qualcuno è stato assunto in una multinazionale ed è finito ai lati opposti del mondo. Un appassionato di musica si è trasferito in Olanda, dove spera di potersi costruire una posizione. A Santa Cruz purtroppo lo aspettava qualche concerto molto saltuario, e pagato ben poco. Apparentemente un laureato in turismo non dovrebbe avere problemi a trovare lavoro in un’isola che ha ospitato l’anno scorso cinque milioni di visitatori. Ma dopo diversi mesi alla ricerca di posti di lavoro adatti al suo livello di formazione, è stato chiaro che avrebbe dovuto andarsene all’estero se voleva trovare lavoro nel suo settore.

I giovani chicharreros che han dovuto espatriare concordano sul fatto che almeno nel giro di pochi anni non si potrà tornare sull’isola. Fino a quando le condizioni migliorano resteranno all’estero, nessuno di loro è sembrato entusiasta di tornare nella capitale senza un lavoro, per stare in casa e andare in spiaggia…

(da la Redazione di www.leggotenerife.com)

 

Il Vescovo vieta i matrimoni sulle spiagge

pag27_matrimonio_spiaggia_civile_5-300x187Da Tenerife, in diretta dall’Oceano Atlantico!

Niente di nuovo in questo senso, perché la diocesi amministra il sacramento del matrimonio cattolico soltanto in luoghi sacri, e fuori di quei luoghi nessuna autorizzazione può essere concessa. Diverso è il caso dei cosiddetti matrimoni turistici, quelli che vengono celebrati da sacerdoti nei templi dell’Arcipelago, perché hanno il permesso del vescovo del paese di origine degli sposi e della diocesi della provincia dove avrà sede la cerimonia. Anche se non esistono dati ufficiali, sembra che attualmente si celebrino ogni anno più di venti matrimoni di questo tipo a Tenerife, più del doppio di cinque anni fa. Su altre isole, come Lanzarote e Fuerteventura, la domanda è cresciuta così tanto che anche il Vescovado delle Canarie nel 2016 metterà restrizioni su tali matrimoni, perché molte chiese sono letteralmente inondate di richieste.

(dalla Redazione di www.leggotenerife.com)