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La reputation sul web
Affermarsi e crearsi un’identità all’interno della società è il nostro obbiettivo giornaliero.
Neanche ce ne rendiamo conto, poichè è in realtà un processo innato, ma le nostre azioni sono volte a mostrare il nostro volto, vestiti , idee in modo tale da darci un certo carattere agli occhi altrui.
La stessa cosa avviene per un’azienda, un brand. Così come noi, l’azienda si deve costruire una certa fama, una reputazione.
La Brand reputation
Ecco perchè ogni giorno sentiamo parlare di brand reputation.
La brand reputation o reputazione della marca, identifica la web reputation riferita al nome di un prodotto, di un’azienda o di un marchio, ovvero quanto e come il nome di un prodotto o di un marchio è conosciuto e apprezzato sul web.
La brand reputation non dipende solo dalla comunicazione dell’azienda, come era prima dell’avvento del digital marketing, ma è il risultato di un processo collettivo, nel quale hanno un ruolo fondamentale tutti gli stakeholders dell’impresa e la reputazione finisce per dipendere da come essi percepiscono il brand e le azioni che l’azienda intraprende quotidianamente. La reputazione di un brand diventa elemento centrale nelle strategie di comunicazione aziendale.
In un’ottica vincente di strategia web marketing, il processo di creazione di una brand reputation è fondamentale.
La reputazione, ovvero la percezione che i clienti avranno dell’azienda, è fondamentale per la sua espansione.
Basti pensare a quando noi stessi vogliamo acquistare un prodotto: ci basiamo sulla percezione o le opinioni che abbiamo di questo prodotto e sulla “fama”della ditta stessa.
Brand reputation e web
Come crearsi quindi una brand repution?
Uno dei canali più in voga è il web. E grazie a diverse azioni di web marketing è possibile andare a proporre un’immagine della propria azienda.
Di certo i social networks sono uno fra gli strumenti più utilizzati, grazie ai quali è anche possibile mostrarsi oltre che interagire con i propri clienti.
Acquisire una brand reputation è oggigiorno fondamentale, spero che l’abbiate capito!
Applicazioni serverless, cloud e microservizi
Salvare fotografie e note sul cloud.
Guardare un film su Netflix.
Comprare un oggetto su Amazon.
Cosa avranno mai in comune queste tre azioni apparentemente così diverse?
Alla loro base la stessa tecnologia
Avete mai sentito parlare di serverless computing? A dire il vero, in altra forma, vi garantisco che ne parlate costantemente e soprattutto lo utilizzate abitualmente.
I tre esempi sopracitati infatti si basa sulla stessa tecnologia di fondo: il serverless computing.
Che cos’è quindi il serverless computing?
Il Serverless computing è un modello di esecuzione di cloud computing in cui il provider cloud gestisce dinamicamente l’allocazione delle risorse del computer. Il prezzo si basa sulla quantità effettiva di risorse consumate da un’applicazione, piuttosto che sulle unità di capacità pre-acquistate. Si tratta di una forma di utility computing.
Cloud e microservizi
Il cloud è, per definizione, un sistema virtuale di archiviazione, elaborazione e trasmissione dati che trova “appoggio” in internet.
Insomma, una spazio virtuale dove noi “mettiamo le nostre cose” per poterle ritrovare su altri dispositivi o creare un backup dati.
I microservizi invece derivano dal fatto che, come nel sistema di netflix, è possibile usufrire di servizi on demand e pagare solo per i contenuti visualizzati di cui si ha usufruito.
In questo caso parliamo di un basilare risparmio di denaro.
Ma il primo, in ordine di tempo, ad aver lanciato un servizio serverless computing è stato Amazon nel 2014.
Amazon ha infatti acconsentito agli sviluppatori di creare delle funzioni cloud-based che poggiano e vengono gestiti dai suoi data center.
Il vantaggio nel mondo IT
Visto che conosciamo bene i vantaggi nel nostro campo di applicazione, la domanda ora è: qual è il vantaggio che ne trae il mondo IT?
Risposta semplice: i programmatori potranno concentrarsi sulla programmazione delle applicazioni senza curarsi delle problematiche relative al server virtuale che viene invece gestito da terzi.
Insomma, a conti fatti, questo cloud ci è davvero amico!