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Libri Musica: Non So Che Viso Avesse

Biografia disinteressata del vate Francesco Guccini. In diciassette capitoli tutte le curiosità e gli avvenimenti legati ai luoghi, al tempo, alle radici della sua famiglia, ai primi concerti nelle balere più infime, alla professione di giornalista che lo vide impegnato prima di diventare ufficialmente “cantante”. Purtroppo NON si parla mai delle canzoni (unica eccezione La Locomotiva – ma proprio quella che è la più famosa?).
Quindi dico subito a chi come me vuole leggere questo libro per risolvere tutti i misteri e capire le mille citazioni che ruotano intorno alle canzoni di FG che rimarrà deluso, anche se comunque il libro è molto divertente.
Completa il libro una consistente appendice critica dell’italianista e poeta Andrea Bertoni.

Ah sì… una cosa su una canzone l’ho imparata: la bellissima “Keaton” contenuta nell’album “Signora Bovary” è stata scritta da Claudio Lolly mentre Guccini ha scritto solo l’ultima memorabile strofa:

Keaton, quello vero, l’ ultima volta che l’ hanno visto passeggiava
lungo le strade e per il vento di Roma
durante le pause di un film con Franchi e Ingrassia.
Aveva in corpo mille litri di alcool,
la faccia la solita, senza allegria;
si ubriacava ogni giorno con la troupe borgatara
alla faccia della cirrosi epatica,
perchè lui ci teneva al suo pubblico,
più che al suo fegato,
e gli elettricisti sono gente simpatica;
gli urlavano infatti “anvedi s’è forte ‘sto Keaton!”,
bevendo il bianco misterioso dei colli di Roma
o quello forte del sud che fa assaggiare l’ infinito
a tutta la gente di bocca buona…

Francesco Guccini si racconta
Foto del cantautore

Non so che viso avesse, Francesco Guccini, 2010.

Recensione di Montag

Il romanziere Nick Hornby si scopre paroliere

Il romanziere di Alta fedeltà , Non buttiamoci giù e molti altri libri , dopo essere stato sceneggiatore, si sperimenta ora come songwriter, firmando gli undici brani del nuovo disco di Ben Folds, Lonely avenue . E’ la prima volta che Hornby prova a scrivere canzoni, anche se la musica nei suoi lavori è un elemento fondamentale. Nel 2003 ha anche pubblicato 31 songs , in cui citava un pezzo di Folds. Ed è proprio da qui che è nata l’idea di una collaborazione: il cantante ha chiamato Hornby dopo aver letto il brano che lo riguardava, i due hanno cominciato a scriversi e pian piano il progetto si è concretizzato. La preoccupazione di Folds era di non riuscire a dare alla parole dello scrittore il giusto spazio, ma allo stesso non voleva che l’ascoltatore si distraesse troppo. “ L’ultima cosa che volevo , racconta, era fare delle canzoni, registrarle e poi rendermi conto che avrei preferito leggerle invece che ascoltarle .” L’album verrà inciso su vinile per omaggiare il protagonista di Alta fedeltà , ma si troverà naturalmente anche in cd e mp3. La data di uscita è il 24 settembre, quindi, amanti di musica e letteratura, tenetevi pronti! Foto | Flickr Via | Repubblica Il romanziere Nick Hornby si scopre paroliere

Just Kids, Patti Smith si racconta

Se volete un assaggio della vera New York underground anni ‘70, procuratevi Just Kids (Feltrinelli), self portrait di Patti Smith in cui si narrano le vicende e il forte legame umano e artistico con Robert Mapplethorpe. Si tratta di un’autobiografia toccante e piena di spunti riguardo al sottofondo intellettuale e creativo che in quegli anni fermentava nel cuore grande mela. Si apprendono dettagli inconsueti della vita di questi due personaggi, Patti e Robert, che da subito si riconoscono esseri affini e prendendosi per mano, affrontano un duro cammino disseminato di sacrifici, alla ricerca dell’arte pura e dell’amore per la conoscenza a tutti i costi. Lo strano mix di case fatiscenti e locali alla moda fa da sfondo alle notti in bianco passate a leggere poeti illustri come Genet o Rimbaud, o a disegnare, dipingere, incidere con i pochi materiali a disposizione. L’attenzione quasi maniacale per i dettagli dell’abbigliamento, per gli accessori e gli abbinamenti, di assoluta rilevanza in una ricerca estetica tout-court, si affianca alla presenza costante di una sorta

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Just Kids, Patti Smith si racconta

Paolo Conte Il maestro è nell’anima, di Paolo Giovanazzi

Un libro per gli appassionati del grande cantautore. Ripercorre tutta la carriera dell’avvocato torinese, dalla musica come hobby al successo, arrivato dopo tanta fatica. Per i semi profani, come me, che lo apprezzano, ma non ne conoscono le varie sfaccettature è stata una lettura godibile. Soprattutto per quel che riguarda gli aneddoti sul mitico Club Tenco , in cui gravitavano musicisti come De André , Guccini e Vecchioni, per fare qualche nome. Grazie alle interviste inedite allo stesso Paolo Conte e a coloro che gli sono stati vicino, Giovanazzi riesce a ricostruire la figura del cantautore: riservato, piuttosto schivo, riluttante, all’inizio, a interpretare le sue canzoni: lui è un avvocato che si diverte a fare il paroliere. Riesce difficile immaginarlo, oggi, mentre cerca di “piazzare” delle canzoni

Fonte originale:
Paolo Conte Il maestro è nell’anima, di Paolo Giovanazzi