120 anni fa moriva Arthur Rimbaud, per metà poeta, per l’altra avventuriero
Quando ce lo fanno studiare – o meglio, quando ci accennano della sua esistenza – tra i banchi di scuola, Arthur Rimbaud risulta trasformato, come tutti gli altri protagonisti della storia della letteratura, in una piatta figurina impolverata. Risultato: tanta noia e nessun ricordo sedimentato nella mente degli studenti. Eppure la sua breve vita, in particolare i suoi ultimi anni, è degna del miglior romanzo di avventura. Rimbaud, infatti, considerato – a ragione – uno dei più grandi poeti dell’Ottocento francese insieme a Verlaine e Baudelaire, per la gran parte della sua vita non si occupò di poesia, ma del suo esatto opposto: il commercio. Dopo aver smesso di scrivere all’età di 21 anni e dopo aver viaggiato per la Francia in
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