Brevi incontri, recensione del nuovo libro di Irene Bignardi

In poche pagine si concentra la bellezza di una conversazione straordinaria, sono le interviste raccolte nel tempo dalla giornalista e scrittrice; un prezioso volume per apprendere il giornalismo di puro stile, categoria in via di estinzione. Da poco uscito per Marsilio , il libro Brevi incontri di Irene Bignardi è una preziosa occasione per familiarizzare con una penna di stile; nell’avvicendarsi delle interviste raccolte nel volume, sono tante le figure storiche entrate nell’alveo della mitologia contemporanea. Personaggi con i quali l’autrice, dal piglio elegante e confidenziale insieme, spesso intratteneva rapporti di amicizia o riusciva a raggiungere presto la stessa frequenza di sintonia. Non con tutti, è chiaro; ma forse è con chi risulta meno affine che vengono fuori gli spunti più interessanti. Le interviste -davvero brevi e fluide, tutte da sorseggiare piano piano- sono pregne di evocazioni miste, di piccoli accenni descrittivi sugli ambienti, sul tempo, sulla persona, incastonati ad arte nello scorrere delle “riflessioni”. Sono quaranta profili che emergono in tutta la loro autenticità, ognuno introdotto da pochissime righe dell’autrice, e poi affidato alla sbobinatura scevra di orpelli che potrebbero offuscare la visione. Tra i nomi presenti: Susan Sontag, Leni Riefenstahl, Gabriel Garcia Marquez, Billy Wilder, Graham Greene, John Le Carrè, Martin Scorsese, Scott Turow, Arthur Miller, Liza Minnelli, Eve Arnold e poi Jorge Luis Borges, di cui scrive: Il mito. La leggenda. L’autore che conoscono anche quelli che non l’hanno mai letto. Il candidato perenne a un Nobel che, per confuse motivazioni, non…

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