Dopo il libro con François Bon

François Bon lo abbiamo già incontrato qualche settimana fa, quando ci eravamo soffermati sull’inesauribile dibattito che circonda l’ormai assodato passaggio dal cartaceo al digitale. Un’occasione, fondata sul contraddittorio, che vedeva contrapporsi due voci rappresentative di entrambe le correnti di pensiero più evidenti, allora le avevamo definite con le parole di Umberto Eco, Apocalittici & Integrati, quella di Frédéric Begbeider, ostilissimo rappresentante della prima visione di pensiero, e quella del suddetto Bon, propositiva ed ottimistica. Quel che mi preme approfondire in questo momento è proprio la posizione di Bon che, ben lungi da poter essere inquadrata come una “semplice e banale accettazione dell’inevitabile”, si presenta come una specie di ermeneutica del passaggio.

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