Il pamphlet che elogia Breivik al centro delle polemiche

La scrittrice francese Annie Erneaux , autrice di una vasta opera autobiografica dagli ampi legami con la sociologia, ha deciso di “non tapparsi il naso” davanti all’ultimo provocatorio scritto del connazionale Richard Millet , un indiavolato pamphlet inneggiante ad Anders Beivik, macchiatosi del freddo assassinio di settantasette persone, che aveva scosso l’anno scorso la Norvegia. Il polemico opuscolo, intitolato “Eloge littéraire d’Anders Brevik” e inserito in una pubblicazione contenente un saggio sull’impoverimento della lingua francese, ha scatenato le ire della Ernaux, fermamente decisa a non far passare la cosa sotto silenzio. Bisogna ammettere che i “punti caldi” del testo non sono pochi. Dai rapporti tra la letteratura e l’immigrazione, alle presunte “vertigini identitarie” derivanti da una mescolanza etnica perniciosa, passando per una lunga serie di rinomate accuse razziste prontamente ribattute dalla scrittrice in un articolo apparso sul sito di Le Monde , nel quale non esita a definire l’opera criticata come un autentico “disonore per l’intera letteratura”. Quel che è certo è che la scrittrice si è schierata fermamente contro la fronda degli intellettuali che hanno deciso, per diverse ragioni, di restare inermi dinanzi all’accaduto. Né martire, né tanto meno folle, agli occhi della Ernaux Millet appare ben più attento e calcolatore di quanto si potrebbe credere, prova ne è un estratto tradotto dall’articolo apparso ieri: Richard Millet è tutto il contrario di un matto. Ogni frase, ogni parola è scritta con piena consapevolezza delle cause e, aggiungerei anche delle possibili conseguenze. Far passare sotto silenzio o ignorare un testo che rappresenta una minaccia per la coesione sociale, significa rischiare di dover disprezzare se stessi in futuro, proprio per aver taciuto nel passato. Via | Le Monde Foto | Flickr Il pamphlet che elogia Breivik al centro delle polemiche

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