Jacques Prévert sull’asfalto di Milano

Le parole di una poesia di Prévert, incise sull’asfalto del centro di Milano. Camminare in Corso Garibaldi a Milano , la fermata della metro di Moscova alle spalle e l’arco di ingresso a Corso Como in vista. Godersi così, semplicemente un primo pomeriggio di primavera tardiva finalmente assolato e fermarsi estasiati nei versi. Mi è capitato proprio ieri, mentre assaporavo come un gatto risvegliatosi da un lungo inverno le gioie della gente, del chiacchiericcio da bar, e di quel leggero velo di spensieratezza che avvolge tutte le cose quando ritorna il bel tempo, ed ecco che mi sono ritrovata a camminare letteralmente su una lirica di Jacques Prévert , incisa sull’asfalto di uno spiazzo laterale. Un’Inventaire di soggetti pronti ad ispirare istanti di poesia, mescolanze di orsetti lavatori, apostoli, scuderie, pietre, vino e personaggi storici. Sono inneschi insomma, giustapposti come i cavoli a merenda eppure portatori di uno sconvolgimento di ruoli e di dimensioni che rende il loro affiancamento, una questione di geniali umori ispirati, tramutati anche in canzone da Kosma e da Les Frères Jacques: Une pierre deux maisons trois ruines quatre fossoyeurs un jardin des fleurs un raton laveur une douzaine d’huîtres un citron un pain un rayon de soleil une lame de fond six musiciens une porte avec son paillasson un monsieur décoré de la légion d’honneur un autre raton laveur un sculpteur qui sculpte des Napoléon… Foto by Sara Rania

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Jacques Prévert sull’asfalto di Milano

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