L’ultimo lupo mannaro, di Glen Duncan

«Le creature mostruose» scrive Glen Duncan nel suo L’ultimo lupo mannaro appena uscito per Isbn e primo di una trilogia, «muoiono quando non sono più necessarie all’immaginario collettivo. L’estinzione di una specie come questa non è altro che uno slittamento nella scaletta psichica complessiva. In passato la bestia nell’uomo era confinata nel buio, ripudiata. Dopo la trasparenza della storia contemporanea questo non è più possibile: ci siamo visti nei campi di concentramento, nei gulag, nelle giungle, nei campi di sterminio […] La bestia siamo noi. Lo siamo sempre stati». Lo sa bene Jacob Marlowe, che in quasi duecento anni di vita ha avuto modo di attraversare gli ultimi due secoli magnificamente orrendi per l’umanità. Lo sa bene Jacob Marlowe, perché Jacob è l’ultimo della sua specie, è l’ultimo lupo mannaro. A dargli la caccia sono quelli del WOCOP (Organizzazione Mondiale per il Controllo dei Fenomeni Occulti), un’antica organizzazione che ormai da secoli ha come unico obiettivo eliminare la sua specie dalla faccia della terra. Grazie ad alcune, profonde amicizie, Jacob riesce a organizzare un sistema di fuga che in un modo o nell’altro funziona, ma sa benissimo che non può fuggire in eterno, prima o poi – a essere precisi, alla prossima luna piena – dovrà affrontare il suo destino. Naturalmente niente avviene per caso, e così tra una fuga e l’altra Jacob fa l’incontro più inaspettato, definitivo e risolutivo della sua lunghissima esistenza che

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