La cupola del mondo, di Sebastian Fleming

Il romanzo storico ha un fascino tutto suo, con un elemento misterioso diremmo quasi del tutto naturale. Lo sceneggiatore e regista tedesco Sebastian Flemming ne ha scritto uno interessante perché mette insieme storia e architettura del Rinascimento. Il titolo: La cupola del mondo (appena uscito per Nord). La storia si dipana tra Roma, con la cupola più famosa del mondo (è lei la protagonista assoluta) e poi Firenze, certamente non in secondo piano, dal momento che la trama ruota intorno all’uccisione di Pico della Mirandola, migliore amico del Bramante. Fin qui la parte storica, e anche molto documentata. C’è davvero tutto il Rinascimento con buona parte dei suoi personaggi più rap-presentativi; geni come Raffaello, Michelangelo, Leonardo, Bramante, per l’appunto, Antonio da Sangallo, e lo stesso Pico. Non solo, ci sono i Medici, il terribile sacco di Roma del 1527 per mano dei Lanzichenecchi e il Vaticano con i suoi striscianti giochi di potere (Giulio II, Leone X e Clemente VII). Mentre la parte romanzesca arriva con una serie di personaggi fittizi – che si mescolano e si mimetizzano alquanto efficacemente tra i personaggi che popolano il romanzo – che aiutano i due protagonisti a scontrarsi con i propri conflitti interiori e esteriori (la politica, il Vaticano e i suoi giochi di poteri) fino allo sfinimento delle proprie energie intellettuali. E non stiamo parlando di due protagonisti qualunque, parliamo di Michelangelo e Bramante il cui desiderio è quello di costruire la cupola dell’opera architettonica più grandiosa della cristianità. Il romanzo si apre nel 1564, con Giorgio Vasari che, a Firenze, viene a sapere che Michelangelo sta per morire. Corre al suo capezzale e non lo trova affatto morente, anzi …

Vedi post:
La cupola del mondo, di Sebastian Fleming

Articoli correlati:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.