"La fine del mondo storto" di Mauro Corona

Che il mondo non sia dritto, è un evidenza, ma anche una di quelle realtà di fatto che spesso non vediamo nemmeno più. Il libro di Mauro Corona (che ha vinto il Premio Bancarella 2011 ) ce lo ricorda e lo fa nella maniera più diretta possibile. La sua è un apocalisse dura, un risveglio the day after quando l’energia che conosciamo è scomparsa e le fonti alle quali facciamo riferimento sono ormai estinte. Mettiamo che un giorno il mondo si sveglia e scopre che sono finiti petrolio, carbone e corrente elettrica. Non occorre immaginarlo, prima o dopo capiterà. Ma facciamo finta che sia già qui. Ha un brutto muso quel giorno. Tempo duro, infame, che scortica il mondo a coltellate. Lo spoglia di tutto. Di quel che serve e di quel che non serve. La gente all’improvviso non sa che fare per riacciuffare il necessario: sta dentro la natura, ma, per averlo, occorre tirarlo fuori, cavarlo con le mani. E la gente, le mani, non le sa più usare. Ma come si farà a vivere senza elettricità? La risposta non sembra evidente, anche se lo è. Perché in fondo, come si faceva prima? Eh già, basta fermarsi un attimo per rendersi conto che l’uomo ha sempre lottato contro la natura, strappandole, poco a poco, le risorse necessarie alla sua sopravvivenza. E allora non resta che ricominciare a saper fare, o almeno a provarci, bisogna tirare a campare aspettando la primavera che verrà. In gioco c’è la vita stessa e la sua continuazione che, se non è scontata, si ripropone costantemente oltre ogni apparente ragione. Via | lafeltrinelli.it “La fine del mondo storto” di Mauro Corona

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