La neve a Gaza di Vincenzo Soddu, una favola contemporanea

Ha mezzo secolo d’età Vincenzo Soddu , l’autore di questa favola contemporanea che ha il sapore acre della vita. Quell’esistenza difficile e dolorosa, che portiamo avanti sulle sponde di tante terre e che in Medio Oriente acquista accenti di terrore e rassegnazione. “La neve a Gaza” distribuisce briciole di questo nero pane di disperazione che ha nutrito e nutre ancora oggi generazioni di palestinesi, le nutre e le avvelena allo stesso tempo, salvandole in extremis attraverso la storia di Karim, del suo villaggio di Rafah , della devastazione della guerra, della fuga verso l’Italia e del lungo epilogo di un’avventura salata e vasta come il mare di Sardegna , che lo accompagna con sbuffi di candida schiuma tra i bianchi profili delle case di Cagliari, la città nel quale si ritrova a vivere una parte del suo viaggio. La depressione, il carcere, una strana rapina che ha i contorni della rinascita e anche l’amicizia, quella vera, che sa mettere radici anche nella disperazione e cresce insieme ad una voglia di riscatto che si fa largo prepotentemente nei suoi giorni: Macerie di neve da una parte, macerie di case dall’altra. Bambini a Milano che gioiscono perché così potranno rimanere a casa, bambini a Gaza che sognano che qualche fiocco di neve scenda al posto dei missili. Karim sbiancò. Sembrava una condanna, ma perché a Gaza non c’è mai la neve? Bombe, invece, tante. Le bombe israeliane sono bombe strane, con una testata di fibra di carbonio e resina epossidica integrata con acciaio e tungsteno. Queste armi hanno un enorme potere esplosivo, ma il potere dell’esplosione si dissipa molto rapidamente e il raggio interessato non è molto lungo, forse dieci metri: le persone …

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