L’alba dei libri, di Alessandro Marzo Magno

Un libro che parla di libri e un veneziano che parla di Venezia, questa è la combinazione – molto riuscita – de’ L’alba dei libri (sottotitolo: Quando Venezia ha fatto leggere il mondo), di Alessandro Marzo Magno, appena uscito per Garzanti. La Venezia che racconta è quella degli inizi del Cinquecento, quando cioè la Serenissima, nel giro di un breve torno di tempo, diventa il centro dell’editoria mondiale: «si stampavano la metà dei libri pubblicati in Europa». Se la storia del libro fosse privata dell’esperienza che qui si racconta, non esisterebbe l’editoria come oggi la conosciamo. Venezia, dunque, la capitale del libro, almeno per tutto il secolo XVI. «Ora cerchiamo di capire come mai Venezia lo è diventata. Il tedesco Johannes Gensfleish, detto Gutenberg, stampa la sua bibbia a Magonza (Mainz) tra il 1452 e il 1455. […] Proprio in quell’anno due chierici tedeschi […] arrivano con l’attrezzatura necessaria a stampare nel monastero di Santa Scolastica, a Subiaco, vicino a Roma (proprio dove san Benedetto aveva fondato l’ordine) e pubblicano il “De Oratore” di Cicerone. […]. È sempre un tedesco a portare la stampa a Venezia. Giovanni da Spira (Speyer), pubblica pure lui Cicerone». È solo l’inizio, perché i due chierici non sono gli unici tedeschi a esportare la nuova tecnica di stampa. Sono in molti e girano l’Europa come nomadi, con una attrezzatura molto limitata si stanziano in varie città e negli innumerevoli stati che all’epoca fanno l’Europa. E poi, il principe degli editori: Aldo Manuzio, colui che ha «definitivamente cambiato il metodo di apprendimento in Europa». Solo per dare un’idea della sua lungimiranza: adotta il tascabile – benché non sia una sua invenzione (esistevano già bibbie tascabili) –; inventa il corsivo, una nuova punteggiatura (dobbiamo a Manuzio il punto e virgola, gli accenti e gli apostrofi); il bestseller. Pubblica classici in greco e latino, il Petrarca e il Castiglione, ma pubblica anche l’Hipnerotomachìa Poliphili (meglio noto come «Polìfilo») di Francesco Colonna, a tutti gli effetti un libro tendente alla pornografia, …

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