L’Italia non è un paese per intellettuali: qualche spunto di riflessione da un’intervista di Eco al Guardian

Ieri il giornale inglese Guardian ha pubblicato un’intervista a Umberto Eco , uno degli italiani che ancora può vantare credito all’estero per la sua caratura intellettuale. Tra gli argomenti che l’Umbertone nazionale ha tirato fuori davanti ai giornalisti inglesi ce n’è uno che deve farci riflettere più degli altri e che riguarda la vita intellettuale del nostro paese. In particolare Eco afferma che l’Italia non è un paese intellettuale, che “sulla metropolitana di Tokio tutti leggono, mentre in Italia non lo fa nessuno” e che in fondo è proprio per questo che Berlusconi ha vinto facilmente la sua battaglia, riuscendo a trasformare il termine “intellettuale” in qualcosa di molto simile a un insulto. Per molti aspetti Eco non si sbaglia, anzi, coglie in pieno la mancanza che sfibra il nostro paese: il disinteresse del pubblico per la cultura. E’ vero, una volta in Italia c’erano personaggi del calibro di Italo Calvino, Pier Paolo Pasolini, Primo Levi, Federico Zeri, Elio Vittorini, Leonardo Sciascia, Franco Fortini e altri centinaia, noti e meno noti. Ma c’era anche l’abitudine di dar loro ascolto, i loro …

Visita il link:
L’Italia non è un paese per intellettuali: qualche spunto di riflessione da un’intervista di Eco al Guardian

Articoli correlati:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.