Lucio Dalla, giullare di Dio, di Paolo Jachia

“Mi ha sempre colpito la scelta di Cristo di nascere povero…Lui, povero, è il futuro”. Dalla è stato, nella sua generazione, quella dei cantautori degli anni ‘70 – quella di De Gregori, Vecchioni, Venditti, Guccini, e De Andrè – l’unico “venuto dalla strada”, senza, a differenza loro, lauree o studi liceali seri alle spalle, privo di “famiglie borghesi e case e biblioteche”. E’ stato piuttosto, se così si può dire, come Gino Paoli, un “analfabeta di genio”. Un genio “analfabeta” in cui non a caso coesistono “semplicità e complessità metafisica e religiosa”, l’idea che la parola è sacra è peggio di un kalashnikov, come quella dei Salmi, “offensiva e difensiva insieme”. Geniale semplicità, capace di far sì che nessun verso delle sue canzoni non sia …

Fonte originale:
Lucio Dalla, giullare di Dio, di Paolo Jachia

Articoli correlati:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.