Marshall McLuhan. La biografia pop dell’uomo che aveva previsto il futuro

«Una parte della stesura di una biografia consiste nel domandarsi perché mai dovrebbe interessarci il suo oggetto», così scrive Douglas Coupland nella sua spassosa – ma con punte di malinconia – biografia su Marshall McLuhan , appena edita da Isbn . Naturalmente, il fatto che l’abbia scritta ci dice quanto il suo oggetto sia interessante. Il perché è noto: «Marshall prevedeva con quattro decenni di anticipo Internet». Eppure Marshall era ciò che potremmo definire un tecnoscettico. «[…] il nostro uomo» ci avverte Coupland, «era un professore cinquantunenne canadese di retorica rinascimentale, un uomo che proclamava ripetutamente il proprio disprezzo e disgusto per buona parte dell’era elettronica, eppure per un’ironia perversa oggi ne viene considerato il più grande acclamatore». In parole povere, Marshall avvertiva, sì, le potenzialità del «villaggio globale» – concetto di Marshall diventato luogo comune, insieme all’altro: «il medium è il messaggio» – ma avvertiva anche un senso di incontrollabilità della diffusione di notizie e di voci senza che queste potessero essere controllate e verificate. «Controllate» non nel senso censorio del termine, ovviamente. Qual era (o meglio, qual è) il rischio? Il rischio era che troppa informazione incontrollata potesse generare disinformazione, «i terrori che Marshall …

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