Novemila giorni e una sola notte di Jessica Brockmole
Nel mezzo del secondo decennio del gran secolo che ci siamo lasciati recentemente alle spalle, su un’isoletta sperduta a nord-ovest della Scozia denominata Skye , una poetessa rimasta sola affida alle pagine i suoi pensieri, distillando in versi i verdi paesaggi, il contrasto del cielo, le brezze del mare sulle distese erbose. La sua è una vita riempita dagli elementi della natura e da uno spicchietto di successo letterario conquistato quasi inaspettatamente. Fino a che a sconvolgere quest’idilliaco e bucolico quadretto non interviene una voce, quella di David Graham , un giovane americano con una discreta vena poetica, che lancerà Elspeth in un fitto scambio epistolare con un sensibile ammiratore d’oltreoceano. Superato l’insieme di elementi un po’ melensi, la storia scorre veloce come un miele un po’ speziato, tra amarezze delusioni e grandi momenti d’esaltazione. A punteggiarla le due guerre mondiali, eventi generazionali imprescindibili, la forza di sentimenti inestinguibili, una buona dose di senso del dovere, solo parzialmente messo da parte dinanzi agli ardori giovanili, e una serie di misteri racchiusi nel carteggio. Ma che fine avrà fatto questo “primo libro” dell’esistenza della madre, si chiederà venticinque anni dopo la figlia Masie alle prese con la partenza del suo migliore amico Paul, schegge di telegrammi e pezzi di passato da ricostruire con l’aiuto del burbero Finley e un matrimonio probabilmente affrettato dalle circostanze. Il primo romanzo di Jessica Brockmole seguirà la ricerca dell’enorme segreto Mrs Dunn, trascinandolo in un mare d’inchiostro dai dolci risvolti: Sue, devi ricominciare a scrivere. Non dico che tu debba …
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