"Retablo" di Vincenzo Consolo

Questo libro arriva dalla libreria del mondo offeso di Milano, da un caso a dir poco provvidenziale e dal prezioso consiglio di Laura. E’ la storia di un viaggio che ho letto durante un viaggio. Proprio così, solo che il mio “traslarmi” si è sviluppato molto più a nord delle latitudini indicate nel magico miscuglio agrodolce di parole, che Consolo ha saputo impastare come la migliore delle paste martorane , talmente ben fatta da sembrar quasi più bella e invitante dell’originale. E’ la vicenda di due uomini, il nobile pittore lombardo Fabrizio Clerici e dell’umile fraticello Isidoro. Due facce della vita e due concezioni dell’amore, il primo epurato nelle maglie della distanza e della ragione, il secondo smisurato, irrequieto e passionale fin sul limitare della follia, che si intrecciano con il destino della bella e sfortunata Rosalia. Il tutto accade in Sicilia, un’isola attraversata in maniera irregolare, che offre ospitalità e saccheggi, grandi onestà d’animo, banchetti e meschinerie a profusione. Una terra d’arte e di storia che giace sul mare come dimentica di sé stessa. La narrazione si sviluppa sotto forma di diario indirizzato a Donna Teresita, colei che fa palpitare graziosamente il cuore del nostro artista, che intende regalarle un “quadro” in onore delle sue origini sicule per parte di madre. Un’occasione che permetterà al narratore-Fabrizio di immedesimarsi con i personaggi incontrati e di continuare il suo racconto nonostante le innumerevoli peripezie e l’inserto dedicato alla “Confessione di Rosalia”. Il finale lascia arriva

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