Schianti e fratture del contemporaneo, nelle poesie di Davide Rondoni

E’ una formula rotta e sofferta come quella degli del “muro con in cima cocci aguzzi di bottiglia” di Montale, ma meno limata, rudemente più appuntita. Una lirica che risente della vertigine e della scossa, del limite del possibile fallimento iscritto nel suo stesso DNA di linguaggio della catastrofe, quella che emerge dalle poesie di Davide Rondoni ritrovati su Subway Letteratura , lavori il cui significato parte proprio da un titolo tremendamente descrittivo e riassuntivo alla aut-aut: “Si tira avanti solo con lo schianto” . Dietro tale bandiera da zattera della medusa, sbrindellata, macchiata ed esitante, versi slegati, scomposti, suite orfane di molte virgole e di maiuscole, animate da rari punti dal sapore definitivo e intrise di un quotidiano privo di certezze e di glorie. Un oggi che inquieta, tratteggiato con saltelli irregolari da un autore che sostiene fermamente l’urgenza della poesia e che si definisce in poche parole, ma non scarne, anzi, senza lasciarsi scappare l’occasione di una massima filosofeggiante “Cristiano cattolico anarchico penso che senza Dio e senza libertà la vita sia una noia”. Ma la chiave del suo narrare attraverso la giustapposizione appartiene solo a quelle frasi, insiemi di caratteri agli antipodi dell’armonia, abbandonate in balia dei fiotti come tutti noi, eppure mai completamente perdute. Si tira avanti solo con lo schianto il resto va in

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