Su Gherush92 e il razzismo di Dante, ovvero su una polemica inutile

La prima cosa che ho notato appena ho aperto twitter questa mattina è stata la presenza dell’hashtag #DivinaCommedia tra i primi posti tra le discussioni del giorno su twitter. L’ascesa di Dante ai vertici dei Trend Topic non è cosa che capita tutti i giorni, potrebbe sorprendere e quindi va spiegata: l’elemento scatenante è un articolo pubblicato ieri sulle pagine online del Corriere della Sera che dà spazio a una provocazione di un gruppo chiamato Gherush92, la cui ultima dichiarazione è stata l’accusa di razzismo, antisemitismo e islamofobia rivolta alla Divina Commedia. Avevo già sentito parlare di questa associazione, quindi ho fatto una veloce ricerca su internet per rinfrescarmi la memoria e mi sono imbattuto in una loro vecchia polemica, risalente a più di dieci anni fa. Si trattava del film di Benigni “La vita è bella”, criticato dall’associazione culturale in questione come «un fatto gravissimo, perche’ viene legittimata l’interpretazione della Shoah, ognuno potra’ inventarsi quello che vuole senza dire che i bambini sotto un metro e cinque venivano mandati direttamente alle camere a gas». Per quanto mi riguarda dire che film, un libro, un disco o qualsiasi altro atto della creatività umana sia un fatto gravissimo equivale a dire che la libertà di pensiero e di espressione è «un fatto gravissimo». Vale a dire una bestialità che mi fa subito situare l’associazione in questione nel registro delle voci poco interessanti, da snobbare. Un riflesso che purtroppo non ha avuto il giornalista del Corsera, forse ingolosito più dallo scoop – già lo aveva capito che sarebbe diventato un trend topic – che da altro. Ma tornando al punto della questione – l’antisemitismo e l’islamofobia di Dante – direi che non c’è niente da contestare. Certo che era antisemita, certo che era omofobo, certo che era islamofobo. Era un uomo del alto basso medioevo, se fosse stato gay-friendly e relativista sarebbe morto giovane e avrebbe avuto una vita ancora più incasinata di quella che ha avuto. Non c’è altro da dire, sono cose banali che si apprendono più o meno a …

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