Sulla crisi delle piccole librerie, sul mercato, sul prezzo unico del libro

E’ inutile, le piccole librerie indipendenti sono un’attività a rischio di estinzione non solo in Italia, ma in tutta Europa. E’ questo che emerge da un interessante articolo di Olivier Bétourné, presidente della casa editrice Seuil, pubblicato qualche giorno fa su Le Monde (la versione italiana la si può trovare sul blog Minima&Moralia , grazie al lavoro di Daniele Manusia). Dalle pagine culturali del quotidiano francese Bétoruné rilancia infatti un allarme che negli ultimi anni sentiamo continuamente ma di cui continuiamo a non occuparci: il dominio della grande distribuzione e delle catene di librerie, insieme al sempre più diffuso commercio digitale stanno letteralmente asfissiando il tessuto delle librerie indipendenti , già strozzato dall’aumento dei costi di affitto e di trasporto delle merci. Insomma, a conti fatti, in dieci anni queste piccole realtà hanno visto andare in fumo più del 5% del proprio giro di affari. Questa crisi transalpina ha un motivo particolare per interessarci e per farci riflettere, soprattutto in questi giorni, in seguito all’approvazione anche in Italia della Legge sul prezzo unico del libro, la Legge Levi, per intenderci, che ha suscitato un coro di proteste enorme tra i lettori e una piccola speranza da parte dei librai. Il motivo di cui parlo è il fatto che in Francia una legge del genere sul prezzo fisso dei libri esiste da trent’anni – si chiama Legge Lang ed è stata approvata nel 1981. La conclusione sembrerebbe lineare e aproblematica. Diranno in molti: “E’ la prova che chi sostiene che la legge che limita gli sconti sui …

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