– "Non è vero" di Walter J. Mendizza

Nella rubrica d’autore “Riflessioni sulla Tecnosophia” di Walter J. Mendizza: “Non è vero”.

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– "Non è vero" di Walter J. Mendizza

Tomba a sorpresa, di Charlaine Harris. Secondo volume del ciclo su Harper Connelly per la collana Odissea Streghe di Delos Books

Tomba a sorpresa , di Charlaine Harris , è il secondo libro della serie paranormale su Harper Connelly, seguito de L’ultimo istante , della collana Odissea Streghe di Delos Books. Harper Connelly è una giovane donna dal passato familiare disastrato. In seguito a un fulmine ha acquisito la capacità di trovare i corpi delle persone morte e vederne gli ultimi istanti . Insieme al fratellastro Tolliver, che le fa da manager e da guardia del corpo, viene quindi chiamata, da un luogo all’altro dell’America , sia per localizzare le persone scomparse/presumibilmente morte – il cui corpo non si trovi – sia per capire cosa sia effettivamente successo a quelle persone. Harper, però, nei casi in cui non si tratti di morte naturale, ma di omicidio, non ha il dono di vedere l’eventuale assassino. Il compito di Harper, infatti, si limita al ritrovamento del corpo e alla descrizione degli ultimi istanti di vita. In caso di omicidio, sempre che la ragazza venga creduta , dovrebbe partire un’indagine ad opera degli organi preposti. Come abbiamo visto nel volume precedente, però, pare che le cose siano spesso destinate a complicarsi. Sia perchè Harper si ritrova coinvolta nelle indagini , sia anche perchè rischia di diventare il bersaglio – oltre che della generalizzata e malcelata malevolenza nei confronti dei suoi doni soprannaturali – anche della Legge stessa o degli assassini che temono di venir scoperti a causa sua…

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Tomba a sorpresa, di Charlaine Harris. Secondo volume del ciclo su Harper Connelly per la collana Odissea Streghe di Delos Books

Sulle polemiche provocate dalla scollatura di Silvia Avallone al Campiello

Poche ore sono passate dall’assegnazione dell’ultima edizione del Premio Campiello a Michela Murgia e già impazzano le polemiche. Ma contrariamente a ciò che ci si potrebbe aspettare, il dibattito sui maggiori quotidiani non è affatto concentrato sulla qualità del libro premiato o sul significato della vittoria della Murgia, ma su un dettagglio piccante della serata, il décolleté della giovane autrice di Acciaio, vincitrice del Campiello opera prima . Per la cronaca l’oggetto del contendere sono gli apprezzamenti insistiti e i consigli ai cameramen di Bruno Vespa, conduttore della serata, che, irretito e magneticamente atratto dal profondo décolleté della Avallone ha messo da parte l’eleganza e lo stile – qualità di cui in ogni caso Vespa non abbonda – e ha chiesto alla regia di inquadrare le curve della giovane autrice romana. Ora, dato per assodato che la mossa di Vespa sia stata viscida e deprecabile, credo che sia il caso di riflettere un attimo sull’attenzione data ad un fatto che, seppur triste e imbarazzante, in un paese culturalmente sano sarebbe stato archiviato in poche battute a vantaggio di una discussione sul libro della Murgia, su quello della Avallone o sullo stato della letteratura italiana. Ma forse è inutile stupirsi. Questa è l’Italia, il paese delle veline e del meretricio di stato, un paese dove a tutela della parità tra i sessi è stata nominata una subrette, dove il vero valore di una donna è stabilito dalla misura del seno e

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Sulle polemiche provocate dalla scollatura di Silvia Avallone al Campiello

"Scene dalla vita di un villaggio" di Amos Oz

Il nuovo libro di Amos Oz ( Feltrinelli , pp. 184, 16 euro) è una sorta di puzzle di personaggi. Sullo sfondo di una cittadina, Tel Ilan, si muovono i suoi abitanti, il sindaco, un’insegnante, un ragazzino, una bibliotecaria. Persone dall’apparenza comune, ma che in realtà nascondono segreti, finiscono per trovarsi in situazione strane o assurde che – e questo è uno dei tratti più caratteristici del libro – non trovano mai soluzione. Sono storie che rimangono sospese, e che denunciano attese mancate, dilemmi dell’anima, frustrazioni. Come accade ad Arieh Zelnik, il personaggio del primo racconto, che un giorno si vede arrivare a casa uno strano personaggio che intende comprare la casa in cui vive, che in realtà appartiene alla madre, e dopo un po’ di tergiversamenti si ritrovano tutti e tre sdraiati nel letto dell’anziana donna, senza spiegazioni. O come accade a un altro personaggio, che un giorno si vede recapitare un biglietto della moglie con su scritto: “Non ti preoccupare per me”, senza altre spiegazioni. Non sapremo mai perché la donna se ne è andata, ma ci rimarrà l’angoscia, l’attesa, le abitudini del protagonista infrante. Meno carico di Storia rispetto, ad esempio, a “Una pace perfetta”, questo libro offre veramente una galleria di personaggi che si incrociano, e che sono tormentati da situazioni familiari deboli, da dubbi e angosce sotterranee. E’ senz’altro un romanzo (nonostante sia costituito da racconti) sull’essere umano in sé, sulle sue capacità di dare spiegazioni agli eventi, ai tormenti che una placida quotidianità trasmette nell’animo del più candido degli abitanti di Tel Ilan. L’abilità di Oz è senz’altro quella di immedesimarsi nei suoi personaggi, che sviluppa con una maestria che raramente ho visto negli scrittori

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"Scene dalla vita di un villaggio" di Amos Oz