– "Riflessioni sul Senso della Vita" intervista a Stanley Krippner

Nella rubrica di Ivo Nardi: “Riflessioni sul Senso della Vita” intervista a Stanley Krippner – E’ professore di psicologia alla Saybrook Graduate School and Research Center di San Francisco. Membro, e presidente di due divisioni, dell’American Psychological Association (APA). È uno dei leader del movimento della psicologia transpersonale. Ha condotto workshop e seminari sui sogni e/o l’ipnosi in tutto il mondo.

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Leggere è…fascette ai libri come fossero sigarette

Allora, la mia idea è ovviamente una provocazione che può essere lanciata per riprendere l’argomento: come fare a diffondere la passione per la lettura, e far capire quanto sia bello leggere? Stavo pensando: invece delle fascette delle sigarette tipo ‘il fumo uccide’ etc si potrebbe pensare a delle fascette da apporre ai libri (avete presente quelle che trovate accluse ai libri e promuovono il titolo tipo ‘un best seller nato dal passaparola’ etc?) Allora, l’ideale ovviamente sarebbe che qualcuno cogliesse il mio suggerimento e finanziasse questo progetto provocatorio (non credo esista già niente di simile). Nel frattempo noi, se questo non succederà, potremmo lanciare qui degli stringati messaggi per spiegare quanto facciano bene i libri. Io propongo: leggere prima di andare a letto migliora il tuo sonno se vuoi girare il mondo affidati prima a chi te lo racconta A voi cosa viene in mente? Oppure sarebbe carino farsi autorizzare la pubblicazione di frasi famose sull’amore per la lettura. Io credo che inizierò a fabbricarmene da sola, e a metterle intorno ai libri che leggo in bus. Così, come segno distintivo da ‘lettrice Doc’. Non appena riesco a farlo

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Leggere è…fascette ai libri come fossero sigarette

Stagioni di Mario Rigoni Stern

Circa un anno fa moriva Mario Rigoni Stern (vedi il nostro post “Il giorno dopo la morte di Senofonte” »).

Oggi torniamo a parlare dei libri di questo scrittore unico, che sa come toccare i nostri cuori italiani.

Stagioni, libro che fa sempre piacere rileggere, è scritto in modo sobrio e asciutto, segue il ritmo delle stagioni partendo dall’inverno.
All’interno di ogni stagione si uniscono ricordi non in ordine cronologico, legati da condizioni climatiche simili. Sono questi salti nel tempo a dettare il ritmo della lettura, dai ricordi della II Guerra Mondiale (di cui Mario fu protagonista dal principio in Francia e poi in Albania e in Grecia, passando dall’epica ritirata di Russia per finire ai campi di concentramento tedeschi negli ultimi mesi del ’45) fino a quelli più recenti, legati ai suoi ultimi anni di vita e allo svolgersi della natura, del tempo (e delle stagioni appunto) intorno alla sua casa di montagna
Dicono che le opere della vecchiaia siano il distillato migliore che uno scrittore o pittore o musicista possa stillare nella sua carriera.
Personalmente il libro mi è piaciuto per il senso di pace che trasmette, per la calma che infonde, un ritmo lontano dalla frenesia delle città, un ritmo “naturale”, decisamente più consono all’animo umano. Un ritmo che è possibile sentire sotto la pelle stando a stretto contatto coi boschi e gli animali che lo popolano. Lo stesso ritmo dei ricordi e del pensiero.

Stagioni

Stagioni. Mario Rigoni Stern, 2006.

Recensione di Montag

Io non ci volevo venire qui, di Angelo Orlando Meloni

Diciamocelo sinceramente. Chi nel proprio intimo non ha mai desiderato di fare l’artista? O meglio quanti di noi, una o più volte nella vita, non hanno avvertito il sacro slancio che confonde le pratiche quotidiane con l’atto creativo di qualcosa che rimarrà nel ricordo dei posteri. Perché “…l’arte ti vuole con sè e alle vocazioni si deve rispondere, non puoi nasconderti dietro un dito, anche perché ti sporcheresti”. Il talento artistico non ha bisogno dell’approvazione della fama per potersi esprimere. Esiste nella testa dell’aspirante scrittore, musicista, pittore, cabarettista, attore. E’ questa la contraddizione che Angelo Orlando Meloni indaga, ironicamente, tra citazioni pop, divagazioni musicali ed episodi al limite dell’inverosimile. La bellezza di questo romanzo di (de)formazione sta proprio nell’oscillazione tra formazione popolare e aspirazioni artistiche, più o meno convinte. Nella tensione tra quel che “avrei voluto essere” e l’accettazione della realtà. La narrazione sarcastica e frizzante dà il meglio di sé nella prima parte del romanzo-autobiografia dove la pretesa letteraria si libera delle costrizioni narrative e lascia il posto a episodi e situazioni divertenti. E sono diverse le circostanze in cui chiunque potrebbe rileggersi. “Chi ammetterebbe di aver passato più tempo al Museo del sesso di Amsterdam che in quello di Van

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Io non ci volevo venire qui, di Angelo Orlando Meloni