Il paradiso degli orchi di Daniel Pennac

Libro curioso, ambientato in un paesaggio surreale, con una galleria di personaggi davvero grotteschi.

Pennac è bravo, sa come appassionare il lettore, soprattutto nel caso di questo Monsieur Malaussène, che svolge l’ingrato compito di fare da capro espiatorio nel reparto reclami di un Grande Magazzino.

Racconto ironico, disordinato, strampalato, quando lo lessi mi era proprio piaciuto, dovrò rileggerlo, sicuramente.

Lo metto in To Do List per le prossime “riletture”.

Il Paradiso degli orchi - Daniel Pennac

Recensione di Nicola Boschetti

Piattaforma di Houellebecq

Libro che mette in evidenza la struttura e le utopie della società occidentale:
sesso, viaggi, facili guadagni (il protagonista eredita una grossa somma), cinismo, pessimismo, morte dietro l’angolo.

La trama si snoda con distacco tra pagine a volte irreali.
Al protagonista non interessa minimamente di essere il protagonista.

Si scivola con indifferenza verso gli ultimi capitoli di questa storia vuota come la parte predominante del nostro mondo. Finale stile “American Beauty”.

Houellebecq: uno scrittore della contemporaneità.

Piattaforma, Houellebecq, 2001.

Houellebecq in un ritratto fotografico
Houellebecq

Recensione di Montag

La chiave a stella di Primo Levi

Considerata da Primo Levi stesso come la sua “opera prima” La chiave a stella è una raccolta di racconti che il montatore Faussone narra ad un amico scrittore.

Il linguaggio del personaggio, espresso con una cadenza monocorde, fatta di luoghi comuni ma piena di entusiasmo, di concretezza e di orgoglio per la propria professionalità, mi è davvero piaciuto.

Libro piacevole, divertente ma che fa riflettere sull’ipotesi che la semplicità, a volte, sia la miglior maestra di vita.

Nicola Boschetti

I fantasmi di pietra di Mauro Corona

Dopo aver sentito amici parlare di lui, dopo aver visto le varie interviste su you tube, dopo i fumetti di Paolo Cossu e dopo quel memorabile intervento in diretta su rai tre per le Olimpiadi di Torino… ho letto un libro di Mauro Corona: “I fantasmi di pietra”, bellissimo. Questo narratore camminante descrive le cose in modo sobrio ed incisivo. Quello che racconta non tutti vedono… E’ il velo del tempo, la terra che gira, la luna che è una sfera, il pulviscolo che danza nei raggi del sole, l’effetto speciale nascosto dietro il telo sul quale i nostri occhi proiettano la realtà. E’ il bosco, la natura, il ricordo…

E’ la tristezza mai spenta della tragedia del Vajont.

E’ l’uomo. Tanti uomini, tante storie impresse per sempre sulle pagine di questo libro magico. L’autore è persona che ha corteggiato in diverse occasioni la vita riuscendo in ultimo a conquistarla. Troppo tardi però. Ormai è maledetto, un vagabondo del dharma, un animale che si scalda nel suo pelo, un cattivo maestro… e questo è decisamente il suo aspetto migliore.

Kontrocultura.

Mauro Corona, I fantasmi di pietra, 2006.

Mauro Corona
L’ autore nel suo habitat

Montag [SlideDeck id=’946′ width=’100%’ height=’300px’] [SlideDeck id=’946′ width=’100%’ height=’300px’]