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"Prontuario per il brindisi di capodanno" di Erri De Luca

Sulla spuma del mare con Erri de Luca. Sono gli auguri di un grande scrittore che ha respirato Napoli, che aprono questo 2012. Il suo è un brindisi che ci dice a cosa alzarlo quel calice, un fiume di parole che attraversa le labbra di Fabio Volo e arriva dritto alle dita che lo stringono quel bicchiere. Un “Prontuario per il brindisi di capodanno” che pensa un po’ a quelli che non sono pensati. Un decalogo impossibile che guarda ai dimenticati. In una parola un augurio, che arriva dal fondo oscuro del mondo! Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale, cucina, albergo, radio, fonderia, in mare, su un aereo, in autostrada, a chi scavalca questa notte senza un saluto, bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta, a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta, a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando, a chi non è invitato in nessun posto, allo straniero che impara l’italiano, a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango, a chi si è alzato per cedere il posto, a chi non si può alzare, a chi arrossisce, a chi legge Dickens, a chi piange al cinema, a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio, a chi ha perduto tutto e ricomincia, all’astemio che fa uno sforzo di condivisione, a chi è nessuno per la persona amata, a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe, a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia, a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo, a chi restituisce da quello che ha avuto, a chi non capisce le barzellette, all’ultimo insulto che sia l’ultimo, ai pareggi, alle ics della schedina, a chi fa un passo avanti e così disfa la riga, a chi vuol farlo e poi non ce la fa, infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera e tra questi non ha trovato il suo. (Erri De Luca, L’ospite incallito , Einaudi, Torino…

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In morte di Marcel Proust & Paul Eluard

Era un diciotto novembre di tanti anni fa, tanti almeno quanti ci separano dal lontano 1922, in cui si spense il Marcel Proust di Alla Ricerca del Tempo perduto , o quelli che sono trascorsi dal più vicino 1952 che vide la scomparsa di un altro mito, il Paul Eluard della Poésie ininterrompue . Il poeta e lo scrittore che, per una strana coincidenza del destino, sono morti nello stesso giorno, sono di nuovo faccia a faccia, come i due frammenti delle loro opere riportati. Il video è infatti una riproposizione della mitica scena del ricordo ispirato dalle madeleines , quando la delicatezza della voce suggerisce lo scorrere morbido delle parole di Proust, come un’epifania sullo sfondo magnifico della gloriosa musica di Debussy . Lo squarcio di poesia di Eluard è invece un potente balsamo di libertà, nella culla dei suoi versi di impegno civile: […] Sui vetri degli stupori Sulle labbra intente Al di sopra del silenzio Io scrivo il tuo nome Su ogni mio infranto rifugio Su ogni mio crollato faro Sui muri della mia noia Io scrivo il tuo nome Sull’assenza che non desidera Sulla nuda solitudine Sui sentieri della morte Io scrivo il tuo nome Sul rinnovato vigore Sullo scomparso pericolo Sulla speranza senza ricordo Io scrivo il tuo nome E per la forza di una parola Io ricomincio la mia vita Sono nato per conoscerti Per nominarti Libertà. Poesia da metaforum.it Video da Enryemma Via | i12bent.tumblr.com In morte di Marcel Proust & Paul Eluard

In morte di Pier Paolo Pasolini: l’omaggio di Moravia

Da uno scrittore a uno scrittore, in un due novembre di quasi quarant’anni dopo ho riascoltato la voce gridata e commossa di Alberto Moravia che ripercorre la parabola dello scrittore e regista, identificandolo nel suo ruolo fondamentale di poeta, aedo del mondo e portavoce inascoltato di una dimensione sofferta e reale: Abbiamo perso prima di tutto un poeta, e di poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre o quattro soltanto dentro un secolo. Quando sarà finito questo secolo, Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno come poeti. Il poeta dovrebbe esser sacro. L’immagine di un Pasolini che “fugge a piedi inseguito da qualcosa che non ha volto” è una metafora tangibile della via dell’impegno tracciata dall’intellettuale barbaramente ucciso che ricorre come una “coincidenza inaspettata”

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Hella Hasse è morta ad Amsterdam!

Si è conclusa l’esistenza di una grande scrittrice. Si chiamava Hella Haasse ed era olandese, come Amsterdam , la città sul fiume Amstel nella quale è morta. Eppure nel cuore dell’Europa non c’era nata, perché è stato a Batavia, nel cuore delle Indie Orientali Olandesi , che ha visto per la prima volta quel mondo che si è portata negli occhi e nelle parole tutta la vita. Era figlia di un funzionario del governo e di una pianista, aveva due grandi passioni: l’arte drammatica e i romanzi storici. Si dilettò di poesia e di scrittura teatrale, ma fu in prosa che scrisse capolavori del calibro di La pianista e i lupi e Il profumo di mandorle amare . Visse quasi dieci anni in Francia (dal 1981 al 1990 a Saint-Witz 30 km a nord di Parigi) con il marito e la nazione la ricompensò con il più alto riconoscimento conferendole la Legion d’Onore, che si è sommata nel tempo a una lunga serie di premi ricevuti soprattutto da quell’Olanda che rendeva celebre in tutto il mondo. Le è stato dedicato anche un Museo , il cui sito ha come sfondo una foto di Hella bambina. La sua stella continuerà a brillare letteralmente grazie

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