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Addio allo scrittore Ugo Riccarelli, vincitore del Premio Strega 2004

Lo scrittore Ugo Riccarelli è morto oggi a Roma. Nato in provincia di Torino, ha pubblicato il suo primo libro nel 1995 e da allora è stato un crescendo di successi, come ha avuto modo di segnalare egli stesso sul suo sito : Nel 1995 ho pubblicato con Feltrinelli il mio primo libro, Le scarpe appese al cuore (Mondadori 2002) al quale sono seguiti Un uomo che forse si chiamava Schulz (Piemme 1998) premiato con il Selezione Campiello 1998 e, nella traduzione francese, con il Prix Wizo 2001, Stramonio (Piemme 2000 e Einaudi 2009), Il dolore perfetto (Mondadori 2004) vincitore del Premio Strega 2004 e, nella traduzione spagnola, del Campiello Europeo nel 2006; Un mare di nulla (Mondadori 2006), Comallamore (Mondadori 2009), Ricucire la vita (Piemme 2011) e L’amore graffia il mondo (Mondadori 2012), oltre alle raccolte di racconti L’Angelo di Coppi (Mondadori 2002), Pensieri crudeli (Perrone 2006) e Diletto (Voland 2009). Nel 2010 ho scritto assieme a Marco Baliani La Repubblica di un solo giorno, testo dedicato alla stupenda storia della Repubblica Romana del 1849, messo in scena dallo stesso Baliani e uscito anche sotto forma di romanzo per Mondadori nel 2011. Il suo ultimo romanzo L’amore graffia il mondo , pubblicato da Mondadori, è tra i cinque finalisti del Premio Campiello 2013: gli organizzatori hanno fatto sapere che si riuniranno domani per valutare il da farsi, dal momento che

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Una delle più belle immagini del Piccolo Principe in versione Braille

Ci sono immagini che vanno ben al di là delle parole, ed ecco che, la trasposizione in braille di uno degli elementi fondamentali de “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry , diventa una specie di icona e soprattutto il nucleo fondamentale di una piccola riflessione sull’indicibile. Dopo aver fatto recentemente rotta sui 50 franchi dedicati allo scrittore , bisogna ammettere che la scena, necessitava di un surplus d’immaginazione per essere pienamente compresa, di un’accezione aggiuntiva insomma, di quel piccolo “non so che” capace di far decollare il lettore verso il pianeta della sua storia. Ed ecco che in questo caso, quando la vista lascia lo spazio al tatto, i due sensi per una volta si riuniscono nello stesso cammino, e la traccia in rilievo segue quella del disegno, ritrovando forse il miglior modo per esprimere il concetto originale. Un tema semplice, che da allo scrittore l’incipit del suo fortunato racconto, ma anche l’occasione di illustrare la prima differenza di punti di vista tra la poetica infanzia e la ben più prosaica età adulta. Perché l’immagine del profilo del boa, ingrassato dalla sagoma dell’elefante che ha divorato, resta ancora oggi una delle più conosciute ed amate dell’intera opera e viene così descritta nel libro: I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta…Ho conosciuto molte persone importanti nella mia vita, ho vissuto a lungo in mezzo ai grandi. Li ho conosciuti intimamente, li ho osservati proprio da vicino. Ma l’opinione che…

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