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I.N.R.I. di Michael Moorcock. Fantascienza e origini del Cristianesimo in un connubio dissacrante

I.N.R.I. , di Michael Moorcock , è uno dei primi, controversi lavori del prolifico autore inglese di fantascienza e fantasy. Di lui, su Booksblog, abbiamo già parlato in relazione alla ripubblicazione – coll’interessante sistema del print on demand – da parte di Fanucci, del primo volume della nota saga di heroic fantasy di Elric di Melnibonè (sistema, tra l’altro, che ci auguriamo riprenda vita e ci porti altre perle del fantastico, altrimenti introvabili). Ma se la saga di Elric è senz’altro la più nota tra le produzioni di Moorcock, peraltro, piuttosto complesse (se ne vedano le caratteristiche generali alla prima pagina sopra linkata), I.N.R.I. ( Behold the Man ), premio Nebula 1967 , è, probabilmente, una tra le sue opere più controverse, di difficile “digestione” da parte dei lettori cristiani più “ortodossi” e, forse, anche da parte di quelli che “ortodossi” lo sono meno… Era un periodo “rivoluzionario”, d’altronde, quello in cui il romanzo (breve, su rivista, nel 1966, “regolare” nel 1969) fu scritto. E la dissacrazione, l’iconoclastia, in ambito culturale e sociale, erano le “pale” che avrebbe permesso, negli gli anni 60/70, di scavare quel profondo fossato che avrebbe diviso il “vecchio” mondo da quello “nuovo”. E’ tenendo presente il contesto storico-culturale , quindi, che il romanzo, probabilmente, andrebbe letto. Perchè, forse, è solo in quell’ottica che il lettore cristiano potrebbe accettare un Gesù diverso rispetto ai Vangeli, e un protagonsita, tal Karl Glogauer, viaggiatore del tempo, finito sulla Croce al “posto suo” a gridare It’a lie! It’s a lie! Let me down! ( È falso, è falso, fatemi scendere! ); frase, in un inglese non ancora nato, scambiata, dai testimoni di lingua aramaica, per l’ Eloi, Eloi, Lama Sabachthani delle Scritture, il disperato grido che un Cristo morente sulla Croce aveva rivolto al Padre “indifferente”, Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? La storia, in estrema sintesi, racconta, appunto, di Karl Glogauer; un uomo che dal 1970, grazie a una macchina del tempo simli-utero (e quindi ben adatta …

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