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Bruno, il bambino che imparò a volare

Agli annali, nonché nella memoria di noi lettori distratti del secondo decennio degli anni duemila, di Bruno Schulz è rimasto troppo poco: due raccolte di racconti – Le botteghe color cannella e Il sanatorio all’insegna della clessidra – illustrazioni, disegni, schizzi e un’opera incompleta intitolata Il messia, mai finita e andata perduta. Michele Mari, nel romanzo Tutto il ferro della torre Eiffel, ricorda che uno degli amici di Schulz, il grande scrittore polacco Witold Gombrowicz, “aveva due modi per descriverlo uno affettuoso e uno crudele: secondo il primo Schulz era «minuto, bizzarro, chimerico, assorto, teso, quasi bruciante»; secondo l’altro era uno «gnomo dalla testa enorme»”. Un bambino dalla testa enorme, per l’appunto. Ed è esattamente così che gli splendidi disegni di Ofra Amit lo ritraggono nelle pagine che compongono Bruno, il bambino che imparò a volare questo piccolo tributo scritto da Nadia Terranova e edito da Orecchio Acerbo. Un tributo che ha il merito di riacciuffare Bruno Schulz dal pigro oblio a cui la maggior parte di noi lo ha condannato, un oblio terribilmente simile alla sua morte assurda. Permettetemi di tornare, una seconda volta, tra le pagine di Tutto il ferro della torre Eiffel: esattamente a pagina 121, nel punto in cui Mari si immagina che una sera di dicembre del 1936 uno…

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Tree of Codes: il libro “ritagliato” di Jonathan Safran Foer

Prendete uno scrittore come Jonathan Safran Foer ( Ogni cosa è illuminata , Molto forte incredibilmente vicino , Se niente importa. Perché mangiamo gli animali? ), fatelo incontrare con la Visual Edition (casa editrice di Londra con solo due titoli in catalogo e il cui obiettivo è quello di eliminare la distinzione tra romanzo e libro di design) e date loro in mano la raccolta di racconti di La via dei coccodrilli di Bruno Schulz, scrittore ebreo polacco ucciso durante la seconda guerra mondiale. …

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