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Edizioni Sur, ovvero come cambiare il modello della distribuzione libraria e pubblicare libri di qualità

Da pochi giorni sono sbarcati nelle librerie i primi tre titoli di un nuovo esperimento editoriale che nasce come “costola” di minimumfax e che si chiama Sur, un nome che per chi ama la letteratura sudamericana, in particolare quella argentina, fa subito sognare. Sur era infatti il nome della rivista di Victoria Ocampo che ospitò gli scritti dei più grandi scrittori argentini del Novecento: basti pensare ad alcuni dei più bei racconti fantastici di Jorge Luis Borges, agli interventi di Ernesto Sabato o a quelli di altri grandi nomi del secondo novecento argentino, in primis Adolfo Bioy Casares. Tutte le buone case editrici nascono con una nobile missione, per definizione. La missione di Sur è duplice: diffondere in Italia alcune delle perle, passate o contemporanee, della letteratura sudamericana, e farlo proponendo un modello di distribuzione alternativo. Per dare per assodato il compimento del primo obiettivo basta dare un’occhiata a queste prime tre uscite, capeggiate da uno più grandi intellettuali del secolo scorso Ernesto Sabato. Sulla realizzazione del secondo obiettivo, molto più complesso del primo, possiamo, per ora, soltanto

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Amazon tenta gli scrittori: paura per la filiera editoriale tradizionale

Lo si aspettava da tempo, ora ci siamo: Amazon sta facendo il passo decisivo per completare l’avvio di una vera e propria rivoluzione che potrebbe mettere a soqquadro l’intera filiera editoriale così come la conosciamo ora. Dopo aver convinto i lettori del fatto che potevano fare a meno delle librerie, ora sta mettendo la pulce nell’orecchio agli autori, cercando di convincerli – e siamo sicuri che non ci vorrà molto – che possono fare a meno degli editori tradizionali. La mossa di Amazon, di cui parlano anche gli amici di Downloadblog , è molto semplice: sfrondare il mastodontico edificio editoriale togliendo i rami morti, vale a dire gli editori, e prendendone il posto facendo siglare agli autori contratti direttamente con Amazon…

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Mucchi di libri in ufficio: le scrivanie italiane rispondono!

Domenica scorsa, riprendendo un viral post di BuzzFeed, vi avevo mostrato una panoramica delle scrivanie delle redazioni americane : libri impilati a montagne, sfracellati al suolo, libri di ogni tipo e piccoli dettagli simpatici che rendono decisamente più umana la vita redazionale, fatta di ritmi serrati, di ora passate tra libri e computer, ma non solo. Oggi quindi, addirittura un giorno prima di quanto vi avevo promesso, tocca alle scrivanie italiche rispondere per le rime. A conclusione di quel post, infatti, mosso – forse per la prima volta nella mia vita – da un certo fremito sciovinista, avevo lanciato un appello ai lettori di booksblog, agli amici editori, giornalisti e redattori, chiedendo di inviarmi le foto delle vostre scrivanie, colme o meno colme di libri. Volevo vedere di che pasta erano fatte le scrivanie italiane. Bene, a distanza di una settimana le risposte sono state numerose: una dozzina tra case editrici, giornalisti freelance, redattori di riviste e lettori hanno partecipato. E i ritratto ch ne emerge – e lo vedrete con i vostri occhi nella gallery dopo il salto – è una realtà oscillante tra ordine e disordine, tra pile di libri, computer e ebook readers . Insomma, una realtà che non ha nulla da invidiare, come era ben prevedibile, a quella americana. A ben vedere la differenza è una sola: le scrivanie italiane sembrano un po’ più “castigate” rispetto alle loro omologhe americane alcune delle quali, se ben vi ricordate, erano ornate da libri erotici di varia natura. Nel dettaglio – e in ordine di arrivo – volevo ringraziare per il simpatico aiuto: Gabriele (Blogo), Lorena (Datasport), Antonella, Clara (Iperborea), Jacopo (Jacabook), Gianluca (Banlieue), Marta (Mondadori), Antonio (Isbn), Alessandra (Camera di commercio) e Daniele. Tutti quelli che invece non hanno fatto in tempo o hanno avuto problemi tecnici possono inviare comunque la propria foto. Nel caso l’affluenza sarà massiccia potremmo anche pensare di farci un altro post… Ora è il tempo della gallery, basta con gli indugi… Foto…

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Legge Bavaglio: gli editori italiani lanciano un appello alla Fiera di Francoforte

A Francoforte tra un paio di giorni comincia la superclassica dell’editoria europea, la Frankfurt Buchmesse, la più grande fiera dell’editoria del continente. Nato come luogo e momento per parlare di libri, per fare affari e compravendite, per stringere contratti di collaborazione e di traduzione, la Fiera di Francoforte potrebbe diventare, per gli editori italiani, un’occasione per parlare di politica e per organizzarsi. Un anno e mezzo fa, a maggio del 2010, fu il Salone del Libro di Torino a servire da catalizzatore per un appello a difesa della libera informazione promosso da più di 200 editori nazionali. Ora, proprio durante la settimana calda in cui il parlamento italiano è chiamato a

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