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Opera Omnia di Joseph Ratzinger: indiscrezioni sul secondo volume

Considerata la quantità di “fan” e lettori che ha nel mondo, è impossibile non segnalare che il prolifero scrittore Joseph Ratzinger , il Papa, ha presentato qualche giorno fa al Meeting di Rimini il primo volume dell’ Opera omnia di Papa Benedetto XVI, naturalmente per la Libreria Editrice Vaticana. Nel tomo, primo della raccolta che ne conterà ben 16 (!), sono raccolti gli scritti del cardinale (quindi prima di diventare Papa) sulla liturgia nella vita cristiana. Ma la notizia è quella delle anticipazioni lasciate trapelare durante il Meeting, che avvolgono il secondo volume di curiosità e mistero. Il secondo tomo, infatti, sarà completamente dedicato a Gesù, con approfondimenti sulla Pasqua: ovvero il calvario della passione, morte e risurrezione. Il tomo sarà dato alle stampe il

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Opera Omnia di Joseph Ratzinger: indiscrezioni sul secondo volume

Editori a pagamento: perchè sopravvivono?

La domanda mi viene spontanea passando tutti i giorni di fronte alla vetrina di una libreria di proprietà di uno dei più noti editori ‘a pagamento’. Una libreria piena di soli libri pubblicati, con il contributo economico dell’autore, da quell’unico editore. Ebbene, quasi ogni giorno, vi assicuro, c’è una sfilza di gente che fa la fila per entrare e assistere alla presentazione di un libro. Sono chiaramente libri di amici e parenti, visto l’abbigliamento del pubblico, che sembra vestito per una festa di laurea e porta vistosi mazzi di fiori con sé. Il tutto mi mette una profonda tristezza, e ci pensavo riflettendo sulla scomparsa della grande Elvira Sellerio . Che senso ha farsi pubblicare un libro a pagamento? Per la soddisfazione di avere su carta le proprie idee, poesie, storie e poter invitare parenti e amici a una presentazione? Ma cosa succede sul lungo periodo? Quante copie si venderanno, siamo onesti, in questo modo? E chi ci ricorderà fra un mese o due dall’uscita? Non so. Eppure questi editori continuano a sopravvivere (e bene). Parafrasando Borat, mi sembra una cosa “molto italiana”. Ho un’idea alternativa: sopravvivono perchè siamo disposti a pagare (e tanto) per farci pubblicare piuttosto che per leggere chi ne vale davvero la pena. Siamo più ’scrittori’ che lettori. Anche se chi non legge, si sa, non può far altro che diventare un cattivo scrittore. Oppure è il mondo editoriale troppo asfittico, che ‘costringe’ anche i meritevoli a pubblicare a spese proprie? Ma quanti ‘capolavori’ abbiamo ottenuto finora dall’elenco dei titoli degli editori a pagamento? Illuminatemi. Foto | Flickr Editori a pagamento: perchè sopravvivono?

Ebook vs editori?

La notizia è di quelle che fa riflettere: Amazon ha firmato un accordo biennale con l’agenzia letteraria Wylie per la distribuzione esclusiva sul Kindle di libri importanti come Territori Londinesi di Martin Amis, Finzioni di Borges e di autori quali Philip Roth, Orhan Pamuk, John Updike, Salman Rushdie e altri. In pratica Andrew Wylie (agente letterario soprannominato “lo sciacallo”) ha bellamente scavalcato gli editori ed è diventato unico intermediario tra autore e negozio (seppur virtuale), creando una sorta di editrice a cavallo tra l’agenzia letteraria e Amazon (dal nome evocativo Odyssey Editions ), che in un solo giorno ha avuto fama mondiale a costo zero. Chapeau . La questione di fondo, secondo Wylie, è che le case editrici, a fronte di costi di stoccaggio e distribuzione quasi nulli, godono di royalty molto alte. Come dice Tom’s Hardware , “le regole del gioco vanno riscritte, o forse rielaborate in chiave digitale per la prima volta”. L’accordo è significativo per diversi motivi: il sempre più costante avanzamento del self publishing (che, come dice Mike Shatzkin, è un fenomeno “ sempre più ubiquo e rispettabile; se questo non è già il peggior incubo degli editori, dovrebbe diventarlo ”), il concetto di eBook che non rimane un qualcosa di secondario rispetto al cartaceo, ma ha una propria fisionomia; un rapporto diretto tra scrittore e pubblico, senza l’intermediazione della casa editrice (con tutti i pro e i contro di questo aspetto: chi garantisce che un testo pubblicato è valido?); l’importanza del contenuto dell’eBook e dell’eReader, al di là dell’estetica e delle mille cose (spesso inutili) che gli aggeggi elettronici fanno; infine, la necessaria risposta ad un quesito sempre più impellente: qual è il lavoro di un editore? Dice Giuseppe Granieri su La Stampa : “La prima battaglia si combatte sul piano culturale, quello che accredita e amplia il mercato in…

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Ebook vs editori?

Un geniale spot contro l’editoria a pagamento (e non solo)

Non se ne può più, sinceramente, di tutti gli annunci pubblicitari (sul web, sui giornali, via radio e via dicendo) che lasciano passare il messaggio che siccome hai scritto un libro allora deve essere pubblicato. Ma chi l’ha detto? Non c’è alcuna relazione tra “scrivere un libro” e “obbligo di pubblicazione”. Trovo geniale e intelligente lo spot di Studio83 che stigmatizza l’atteggiamento sia di editori che editori non sono, sia di scrittori oltremodo scalpitanti per la pubblicazione del proprio capolavoro. Teniamo presente, infatti, che l’uno non esiste senza l’altro: spesso (e a ragione) in rete si denunciano gli pseudo-editori , ma spesso (e a torto) ci si dimentica che ci sono anche gli pseudo-scrittori che inondano le redazioni delle case editrici con i loro scritti. Un geniale spot contro l’editoria a pagamento (e non solo)