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Le difettose, di Eleonora Mazzoni

Per me, maschietto senza figli, leggere il romanzo Le difettose di Eleonora Mazzoni è stata una bella esperienza. Il libro, infatti, racconta la storia di una donna, Carla, che ce la mette tutta per avere un figlio e, alle soglie dei quarant’anni, continua a sperare di poter diventare madre affidandosi agli ultimi ritrovati della scienza in questo campo. Racconta di tutto un mondo a me poco noto, fatto di paure, di attese, di speranze, di invidie, di messaggi in codice. Di paure , anche “banali” a volte, come per esempio la domanda che si pone la protagonista: Come diavolo fanno tre embrioni appena introdotti nella vagina a rimanere dentro e a non scendere? È un mistero, come un aereo che vola. Tonnellate di metallo, carburante e carne umana che stanno sospesi lassù nel cielo. Quella della caduta degli embrioni è una paura di tutte noi fivettare. Licia ha addirittura il terrore di perderli starnutendo. Katia facendo la pipì. Di speranze e di invidie , come leggiamo in un altro passaggio: Mentre vago per i negozi in attesa del risultato, un piccolo barlume di speranza sta ancora acquattato in silenzio dentro di me. Caterina Sforza, signora della mia Romagna, a chi minacciò di ucciderle i figli, sollevandosi le gonne e indicando il pube, rispose: “Ammazzateli, se volete. Ho con me lo stampo per farne quanti ne voglio”. Cosa darei per avere un milionesimo della sua spavalderia e della sua fecondità. Di messaggi in codice : Per noi fivettare le mestruazioni sono le “rosse” o le “malefiche” o le “maledette”, i ginecologi…

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Le difettose, di Eleonora Mazzoni