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Sondaggio Guardian libri classici da leggere: Mai finiti e molto citati. Confessate i vostri!

Grandissime citazioni, riferimenti a incipit che hanno fatto la storia della letteratura: solo davanti al titolo di un grande classico a un lettore appassionato non rimane scelta che l’inchino. Ma quanti di noi hanno davvero letto i principali capolavori della letteratura mondiale? Chi è che ha letto fino in fondo i principali capolavori della letteratura mondiale, quelli che in genere vengono citati più spesso? Molti di noi li snobbano, anche se magari non lo confesseranno mai. L’osservazione nasce spontanea leggendo la ricerca britannica pubblicata dal Guardian , secondo il quale citiamo molto ad esempio 1984 di Orwell (primo in classifica col 26% delle indicazioni di voto) senza averlo mai sfogliato, così come, scendendo nella lista, Guerra e Pace (19%), di Lev Tolstoij, Grandi Speranze di Charles Dickens (18%) e Il giovane Holden di Salinger (15%). Seguono Passaggio in India di E. M. Forster (12%) Il signore degli Anelli di Tolkien (11%) Il buio oltre la siepe (10%)di Harper Lee, Delitto e castigo (8%) di Fëdor Dostoevskij, Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen (8%), Jane Eyre (5%) di Charlotte Brontë. Dunque: inutile…

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Romancing Miss Brontë, di Juliet Gael

Tra la fine del secolo dei lumi e l’inizio dell’Ottocento, favorito dal contesto storico (il liberalismo anglosassone e una serie di leggi avanguardistiche al punto da far arrossire la nostra epoca), la forma romanzo – meglio, il romanzo inglese – subisce un’imprevista impennata di presenze femminili. Tanto per citarne qualcuna: Jane Austen, Mary Shelley, George Elliot, Anna Radcliffe e le sorelle Brontë; tutte autrici di capolavori assoluti che, ognuno a modo proprio, sottolineano l’impegno letterario che le allontana dall’unico modo che avevano di vedere la donna, ossia a sgobbare in cucina. Ebbene, Juliet Gael, con il suo Romancing Miss Brontë (TEA), ne fa un ritratto umanissimo e ricostruisce il mito delle tre sorelle Brontë calandole nella loro quotidianità, in modo da descrivere come se la passavano tre ragazze dotate di una intelligente fuori del comune – che avrebbero scritto capolavori come Cime tempestose, Agnes Grey e…

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Romancing Miss Brontë, di Juliet Gael

Romancing Miss Brontë, di Juliet Gael

Tra la fine del secolo dei lumi e l’inizio dell’Ottocento, favorito dal contesto storico (il liberalismo anglosassone e una serie di leggi avanguardistiche al punto da far arrossire la nostra epoca), la forma romanzo – meglio, il romanzo inglese – subisce un’imprevista impennata di presenze femminili. Tanto per citarne qualcuna: Jane Austen, Mary Shelley, George Elliot, Anna Radcliffe e le sorelle Brontë; tutte autrici di capolavori assoluti che, ognuno a modo proprio, sottolineano l’impegno letterario che le allontana dall’unico modo che avevano di vedere la donna, ossia a sgobbare in cucina. Ebbene, Juliet Gael, con il suo Romancing Miss Brontë (TEA), ne fa un ritratto umanissimo e ricostruisce il mito delle tre sorelle Brontë calandole nella loro quotidianità, in modo da descrivere come se la passavano tre ragazze dotate di una intelligente fuori del comune – che avrebbero scritto capolavori come Cime tempestose, Agnes Grey e Jane Eyre – nell’Inghilterra della…

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Romancing Miss Brontë, di Juliet Gael