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"La madre" di Giuseppe Ungaretti

Un attimo poetico che risale a qualche decennio fa. Sicuramente il testo ha un’area d’antan , con tutti quei riferimenti fin troppo religiosi, ma ciò non toglie che l’adorazione verso una figura tanto amata, come quella materna, non ha proprio niente di scontato, passato o banale. E’ anzi un segno imperituro di trasmissione generazionale, iscritto più che nel sangue, nella memoria stessa della specie umana. Ma c’è una cosa con la quale non concordo con Ungaretti , lasciatemelo dire. Nessuna madre resisterebbe immobile, seppur fremente, ad aspettare la propria creatura sottoposta al giudizio divino, per accoglierla tra le sue braccia solo dopo che questo si sia pronunciato favorevolmente. L’immagine potrebbe a prima vista trasmettere un un senso della maternità moralizzato, che non si concilia troppo con una dimensione d’amore immenso e trascendente, ma con una specie di innato fatalismo, che però si dissolve immediatamente nell’enorme desiderio di ritrovarsi degli ultimi indimenticabili versi. Ricorderai d’

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