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Virgin Francia, serie minacce di chiusura per la catena di megastore culturali

Virgin Francia sarebbe pronta ad abbandonare la sua forma attuale e il migliaio di persone impiegate sul territorio. Ormai é quasi fatta, sarà infatti depositato nella giornata di oggi il bilancio, operazione con la quale, dopo un periodo di trattative passato per l’incontro con il Ministre de la Culture Aurélie Filippetti e culminato in un Comitato straordinario d’impresa di questo inizio settimana, la direzione apre ufficialmente l’istanza di fallimento che metterà in stop i pagamenti arginando un debito che é già arrivato all’impressionante cifra di 22 milioni di euro (dei quali otto corrisponderebbero all’affitto del locale-faro della marca, quello che ospita l’ammiraglia degli Champs-Elysees). E le domande che si fanno un po’ tutti girano proprio intorno a quest’emorragia e al perché non si sia agito prima, dato che la concorrenza della vendita web e i nomi di Amazon e Apple , invocati dalla società d’investimento Butler Capital Partners che detiene la Virgin dal 2008, non bastano a giustificare lo stato attuale della situazione. Sull’insegna originariamente avviata dal miliardario britannico e presidente del gruppo Richard Branson, la cui costola d’oltralpe é stata acquistata nel 2001 dal gruppo francese Lagardere per poi passare al sopracitato Butler Capital Partners, pesano forti sospetti di cattiva gestione e della mancanza dei necessari investimenti. Ragioni sostenute dai sindacati che hanno indetto per le 13 di oggi una manifestazione che si terrà proprio dinanzi al negozio-sanguisuga degli Champs-Elysees, luogo-chiave e uno dei simboli del grande distributore di prodotti culturali che avevamo visitato qualche mese fa, per documentarvi l’accoglienza piuttosto freddina di “Cinquanta sfumature di grigio” in Francia . Un nuovo gigante dai piedi d’argilla che cede per non essersi saputo adattare al cambiamento. Nell’immagine un’impiegata del Virgin Megastore degli the Champs-Elysees tiene un cartello sul qual si può leggere “Venite a raggiungerci su Facebook nella lotta contro la chiusura del negozio” e protesta con alcuni colleghi contro il piano di tagli dinanzi all’ingresso, Parigi, 4 gennaio 2013. AFP PHOTO / LIONEL BONAVENTURE (Photo credit should read LIONEL …

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Virgin Francia, serie minacce di chiusura per la catena di megastore culturali

2013 con Albert Camus, a cent’anni dalla nascita del noto scrittore francese

Il 2013 sarà un anno di Albert Camus . Sono molti i segnali che lo lasciano presagire ad un secolo di distanza dalla sua nascita e a ben cinquantatré anni dalla sua morte, avvenuta in un incidente automobilistico il 4 gennaio 1960. Perché non solo lo scrittore francese resta uno dei pilastri della letteratura d’oltralpe, ma superate le resistenze di allora, legate alle sue origini algerine, la vasta opera che ha prodotto gode di un ampio riconoscimento, avvalorato e allo stesso tempo contestato dalle polemiche che hanno circondato la grande esposizione di Aix-en-Province e sostenuto dall’intervista-radio rilasciata a France Culture da Roger Grenier , giornalista (ingaggiato proprio da Camus nella redazione di “Combat” , quotidiano clandestino e organo stampa dell’omonimo movimento di resistenza), scrittore a sua volta, ma soprattutto biografo ed amico di Albert Camus, scelto per inaugurare un periodo ricco di interventi dedicati proprio all’autore franco-algerino. “Camus et moi” , un’occasione per ascoltare i ricordi di Grenier, ricostruendo progressivamente il volto di un’epoca e quello di un mito mai sopito, al centro di un evento da ricordare attraverso un testimone d’eccezione: E per aprire questa settimana eccezionale abbiamo invitato un monumento dalla fragile apparenza, meta di visitatori del mondo intero desiderosi di ascoltare i racconti delle sue amicizie e la sua traversata del secolo. Che percorso eccezionale quello di colui che, dalla resistenza a Gallimard, ha vissuto accanto ai più grandi intellettuali ed è stato amico intimo di Claude Roy, Pascal Pia, Romain Gary, Ionesco, Joseph Kessel, Julio Cortazar, Henry Miller, Lawrence Durrell… Immagine dello scrittore francese Albert Camus (1913-1960), premio Nobel per la Letteratura 1957, scattata nel 1959. AFP PHOTO (Photo credit should read -/AFP/Getty Images) Via | franceculture.fr/emission-la-grande-table 2013 con Albert Camus, a cent'anni dalla nascita del noto scrittore francese

Letture ad alta voce: Francis Scott Fitzgerald e l’Otello di Shakespeare

Un classico tira l’altro, come le ciliegie; ed ecco un breve passaggio della lettura che Francis Scott Fitzgerald ha fatto dell’Otello di Shakespeare nel 1940. L’autore de Il Grande Gatsby si cimenta con una delle tragedie più famose di tutti i tempi ed è difficile non fare il parallelo con le vicende del suo protagonista/eroe sullo sfondo della decadenza del mito americano nell’età del Jazz. Tormentato da alcolismo e depressione, negli ultimi anni della sua vita Fitzgerald si ritrovò a scrivere sceneggiature e a fare queste letture (anche su testi di Keats ed altri autori…) per ovviare ai problemi economici che lo affliggevano. In questo articolo su Open Culture la sua voce anche se sinuosa, viene descritta come affaticata: il riflesso di uno spossamento che ormai non l’abbandona, la metafora degli ideali che animavano i suoi tempi d’oro, poi inesorabilmente decaduti. In ogni modo, per gli appassionati di Shakespeare e della prosa, segnalo questa pagina su youtube, dove per esempio si trova la lettura ad alta voce dei Sonetti,

Oltre qui:
Letture ad alta voce: Francis Scott Fitzgerald e l’Otello di Shakespeare

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Un classico tira l’altro, come le ciliegie; ed ecco un breve passaggio della lettura che Francis Scott Fitzgerald ha fatto dell’Otello di Shakespeare nel 1940. L’autore de Il Grande Gatsby si cimenta con una delle tragedie più famose di tutti i tempi ed è difficile non fare il parallelo con le vicende del suo protagonista/eroe sullo sfondo della decadenza del mito americano nell’età del Jazz. Tormentato da alcolismo e depressione, negli ultimi anni della sua vita Fitzgerald si ritrovò a scrivere sceneggiature e a fare queste letture (anche su testi di Keats ed altri autori…) per ovviare ai problemi economici che lo affliggevano. In questo articolo su Open Culture la sua voce anche se sinuosa, viene descritta come affaticata: il riflesso di uno spossamento che ormai non l’abbandona, la metafora degli ideali che animavano i suoi tempi d’oro, poi inesorabilmente decaduti. In ogni modo, per gli appassionati di Shakespeare e della prosa, segnalo questa pagina su youtube, dove per esempio si trova la lettura ad alta voce dei Sonetti,

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