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Salone internazionale del libro di Algeri: Il mio libro, la mia libertà

Il mio libro, la mia libertà è lo slogan – molto bello, secondo me – del Salone internazionale del libro di Algeri , giunto quest’anno alla sua diciassettesima edizione. Al Salone del Libro sono presenti seicentotrenta case editrici provenienti da quarantuno paesi. Il tema Il mio libro, la mia libertà è particolarmente significativo se si tiene presente un dato: su poco più di trentaquattro milioni di abitanti in Algeria, il ventisette per cento è analfabeta (dati: Calendario Atlante De Agostini , 2012): la libertà, quindi, assume un valore importante perché associata al libro e, quindi, alla cultura. È per questo che l’organizzazione ha pensato di dedicare il Salone del libro di Algeri all’Algeria stessa, nel cinquantesimo dell’indipendenza dalla Francia. Storia, memoria e libertà vanno di pari passo, come spiega Hamidou Messaoudi, responsabile della mostra. In tale contesto si colloca la presentazione del libro Algérie, di Mohammed Moulessehoul, scrittore algerino che ha scelto per sé l’esilio in Francia, dove scrive con lo pseudonimo Yasmina Khadra: Algérie è un libro fotografico in cui i miei testi descrivono il mio incontro con l’Algeria, ciò che rappresenta per me, gli scrittori che me l’hanno raccontata, ognuno a suo modo. E anche quello che mi aspettavo da lei e quanto sento di doverle. Racconto

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Salone internazionale del libro di Algeri: Il mio libro, la mia libertà

La città dello scritto e dei mestieri del libro!

Si chiama Montmorillon ed è un villaggio medioevale restaurato, che a partire dal 2000 si è dedicato agli amanti della lettura. Migliaia i libri che sono esposti per la gioia dei visitatori, si va dai testi rari, alle collezioni tascabili ai fumetti alle riviste specializzate… per iniziare un viaggio senza fine. Siamo nell’Est della Francia, precisamente nel dipartimento della Vienne , afferente alla regione Poitou-Charentes (quella che ha come presidente Ségolène Royal gusto per intenderci), un luogo incantato che ospita la Città dello scritto e del libro. È un sito “fuori dal tempo” che accoglie frotte di appassionati con le sue venti boutique e le tredici librerie capaci di “accontentare tutti i palati”, costituendo quella che Virginie Maussion, la responsabile del punto di accoglienza della città (una specie di Pro-loco versione d’oltralpe) non esita a definire: […] un’offerta che spazia su numerose tematiche alla portata di tutti i budget […] L’intera cittadina, che si unisce agli altri undici villaggi simili sparsi un un po’ ovunque in Francia con qualche sparuta declinazione in Belgio, Svizzera, Scozia e Galles, è una specie di grande testo, nella quale ogni porta si apre su un nuovo capitolo a cui si aggiungono: la Maison de l’Ecriture et du Calcul , con i suoi 150 modelli insoliti che risalgono al periodo che parte dal 1864 per arrivare fino ai giorni nostri. Un museo ad ingresso libero e gratuito che attende i curiosi pronti a fare un salto indietro e rivivere i tempi nei quali si scriveva a macchina. la magnifica Chapelle des Grandmontains del XII secolo, situata sulle rive del fiume Gartempe accoglie scritti provenienti dal mondo intero, da scoprire al Palais du Papier . Per immergersi letteralmente nell’universo colorato dei libri e della loro produzione! Via | citedelecrit-montmorillon.com La città dello scritto e dei mestieri del libro!

Salone del libro di Torino 2011: Holden Personal Shopper, una idea carina smontata alla prova dei fatti

L’idea poteva anche essere di quelle buone: selezionare un manipolo di studenti della Scuola Holden di Torino, far loro scegliere un’area di specializzazione – dalla Letteratura Americana al Postmoderno, dal Chick-lit al Fantastico, dalla Saggistica ai Libri dei 150 anni – e gettarli nella mischia brulicante con un solo cimento, offrirsi al pubblico del Salone come validi consiglieri, guide letterarie o, per usare l’ammiccante espressione scelta dalla Holden, dei “Personal Shoppers”. Ma le buone idee, come spesso succede, quando passano dall’intuizione alla pratica e, soprattutto, quando si scontrano con la mandria umana di un pubblico come quello del Salone, si rivelano utopie irrealizzabili. E così, purtroppo, è toccato anche ai ragazzi della Holden che, forse con un filino di ingenuità, si sono gettati fiduciosi nella mischia venendo per lo più ignorati o, al meglio, trattati come semplici guide a cui chiedere indicazioni per orientarsi nel reticolo dei tre padiglioni del Salone. Allora ci ho provato io, ho dato loro l’occasione di portarmi in giro e di consigliarmi qualche lettura. Discutendo di libri, di autori, ma anche della vita fuori dai libri, delle prospettive per il futuro, delle speranze, ho scoperto la dimensione umana di persone con cui condivido molto – sogni, esperienze, prospettive, un po’ tutto tranne forse i gusti letterari – realizzando però, che l’idea in

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